di Gianluca Albanese
LOCRI – Il tribunale di Locri, mediante il collegio composto dal presidente Alfredo Sicuro (a latere Maria Teresa Gerace e Adriana Cosenza) ha appena detto lettura della sentenza del processo “route 106”, che trae spunto dall’operazione che nel 2012 fece scattare le manette ai polsi del boss Antonio. Cataldo (a capo dell’omonima consorteria di ndrangheta operante nel territorio di Locri) e, tra gli altri, ad alcuni esponenti della ‘ndrangheta di Grotteria. Tutti accusati di estorsione ai danni delle imprese che realizzavano la nuova strada Statale 106 nella seconda metà del decennio precedente.
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Proprio questi ultimi sono stati giudicati con rito ordinario nel primissimo pomeriggio di oggi. Si tratta di Fuda Massimiliano (per lui una condanna a dieci anni di reclusione e 1800 euro di multa), al quale è stato riconosciuto il reato di estorsione aggravata e illecita concorrenza con violenza e minaccia, così come all’altro imputato di Grotteria Fuda Francesco Salvatore, condannato a sei anni e quattro mesi di reclusione e a una multa di 1200 euro.
Fuda Francesco Salvatore e l’altro imputato Roberto Musolino, invece, sono stati assolti dal reato di intestazione fittizia di beni.
È stato revocato, inoltre, il sequestro della ditta di Musolino Roberto, al quale sono stati restituiti tutti i beni.
Come sempre, le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 90 giorni.