I candidati sono in tutto 4, dopo i 6 iniziali: Vladimir Putin, leader di “Russia Unita”; Leonid Slutsky, leader del partito nazionalista “Liberal Democratico”; Vladislav Davankov, 40enne leader del “Nuovo Partito Popolare”; Nikolai Kharitonov, deputato del “Partito Comunista” già secondo alle presidenziali del 2004 con il 13% di voti conquistati; bocciatura per Boris Nadezhdin ed Ekaterina Duntsova, che si erano detti favorevoli alla fine della guerra in Ucraina. Non ci saranno inviati Ue o Osce per valutare la tenuta delle elezioni, con condanna giunta in questi giorni dall’Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani.
di Antonio Baldari (foto fonte Giornale Radio)
Elezioni presidenziali in Russia al via quest’oggi, e per tre giorni consecutivi, tra forti tensioni a livello mondiale; ben centododici milioni di cittadini sono chiamati alle urne, compresi i residenti delle aree che Mosca ha occupato in Ucraina dall’inizio della guerra, nel febbraio 2022: vi sono formalmente quattro candidati alla presidenza del Cremlino, ma Vladimir Putin sembra non avere rivali per strappare il suo quinto mandato da Presidente, il terzo consecutivo dopo la breve parentesi di Dmitri Medvedv tra il 2008 e il 2012.
Nel 2020 la riforma costituzionale ha modificato le regole delle consultazioni elettorali, permettendo il terzo mandato consecutivo ai candidati – con il mandato che dura in tutto sei anni – ma la Costituzione indica ora la possibilità di cinque mandati consecutivi, perciò in teoria Putin potrebbe rimanere al governo della Russia fino al 2036; l’attuale presidente russo è in carica da cinque lustri in quanto nei quattro di Medvedev il leader russo era comunque premier: ad ogni modo, sono comunque diverse comunque le novità che portano in dote queste elezioni presidenziali 2024.
In primo luogo sulle date del voto con le urne che sono aperte da oggi, venerdì 15 marzo, fino a domenica 17 marzo avendo avuto, nello specifico, l’apertura dei seggi elettorali in Estremo Oriente prevista oggi alle ore 8 locali, corrispondenti alle 21 di ieri in Italia, e si concluderà con la chiusura di quelli a Kaliningrad domenica alle 7 ora italiana; i risultati potrebbero dunque arrivare dalla notte del 17 fino alle giornate di lunedì o martedì prossimo, con il “record” lanciato dalle elezioni russe sia per il voto spalmato su tre giorni che per l’adozione del voto elettronico come possibilità in tutti i seggi.
Entrambi questi elementi hanno messo in allarme gli osservatori internazionali per un potenziale allarme brogli: non ci saranno inviati Ue o Osce per valutare la tenuta delle elezioni, con condanna giunta in questi giorni dall’Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani, Odihr, che parla del “mancato invito di osservatori come una pericolosa privazione per i cittadini e le istituzioni del Paese di una valutazione imparziale, trasparente e completa da parte di un organismo internazionale”.
I candidati che si troveranno iscritti sulla scheda elettorale in Russia sono in tutto 4, dopo i 6 iniziali: Vladimir Putin, leader di “Russia Unita”; Leonid Slutsky, leader del partito nazionalista “Liberal Democratico”; Vladislav Davankov, 40enne leader del “Nuovo Partito Popolare”; Nikolai Kharitonov, deputato del “Partito Comunista” già secondo alle presidenziali del 2004 con il 13% di voti conquistati; nota conclusiva sulla bocciatura delle candidature di Boris Nadezhdin ed Ekaterina Duntsova, entrambi candidati e che si erano detti favorevoli alla fine della guerra in Ucraina, nota in Russia come “Operazione militare speciale”.