di Patrizia Massara Di Nallo
Per quanto riguarda le arti figurative pittoriche imperniate sulla figura di S. Francesco, l’opera pittorica più antica e datata, che raffigura, al centro, proprio S. Francesco d’Assisi, è del 1235. Eseguita ad appena nove anni dalla morte del Santo, avvenuta nel 1226, è quindi di estrema importanza per trarre, il più fedelmente possibile, le fattezze del Santo e la sua fisionomia. E’ il San Francesco e storie della sua vita di Bonaventura Berlinghieri che si trova nella chiesa di San Francesco a Pescia (PT) ed è da considerarsi il più antico dipinto raffigurante il frate di Assisi. Le peculiarità sono: l’originale e nuova sagoma cuspidata e le scene laterali, rifacentisi ai consueti rilievi votivi romani, affiancanti l’immagine di culto con riferimenti biografici. Altre opere di rilevanza, anche perché da esse si può ricavare un ritratto il più possibile verosimile del Santo, sono: il ritratto eseguito da Cimabue, a lato della Maestà di Assisi, nella basilica inferiore di Assisi, la cui datazione oscilla tra il 1280 e il 1300 circa, a seconda dell’opinione degli studiosi; da ammirare è anche la tavola, che si dice sia stata sul coperchio della tomba del Santo, che è un dipinto a tempera su tavola attribuito anch’esso a Cimabue, databile al 1290 circa e conservato nel Museo della Porziuncola presso la basilica di Santa Maria degli Angeli ad Assisi.
Tra i cicli completi di storie francescane. invece, si può ammirare, nella basilica inferiore di Assisi, quello dell’artista Maestro di San Francesco (anonimo attivo in Umbria nella seconda metà del XIII sec.) e risalente circa al 1253, a cui seguì quello celeberrimo di Giotto, nella basilica superiore della cittadina umbra, databile al 1290. Anche altri artisti si sono cimentati con le storie francescane, affrontate nel Trecento da Taddeo Gaddi nelle formelle di Santa Croce, nel Quattrocento da Benozzo Gozzoli nella chiesa di San Francesco a Montefalco, da Domenico Ghirlandaio nella Cappella Sassetti a Firenze e dal Sassetta con il Polittico di Sansepolcro.Essendo comunque innumerevoli le opere pittoriche che ritraggono il Santo, siano esse dipinti o affreschi, elenchiamo quelle più importanti che lo vedono protagonista e sono in ordine cronologico: Stimmate di Giotto, Stimmate di Gentile da Fabriano, Stimmate di Jan van Eyck , Consegna della regola francescana di Colantonio, San Francesco nel deserto di Giovanni Bellini, Stimmate di Tiziano , San Francesco riceve le stigmate di Gaudenzio Ferrari , Estasi, Meditazione di Cremona e Meditazione di Roma di Caravaggio , Titus in veste di san Francesco di Rembrandt, San Francesco riceve le stimmate di Guercino , San Francesco in estasi di Guido Reni, San Francesco abbraccia Cristo crocifisso di Murillo.
Per la scultura è da evidenziare la statua bronzea a tutto tondo San Francesco di Donatello datata tra il 1446 e il 1453 e collocata all’altare di Sant’Antonio da Padova nella Basilica omonima. San Francesco è raffigurato nel bronzo come un uomo maturo, differentemente dall’iconografia tradizionale che lo ritrae giovane, e ha in mano un libro e un crocifisso. Le ferite delle stimmate sulle mani, frutto di un ritocco posteriore, sono appena visibili e costituiscono un tradizionale attributo che caratterizza la figura, insieme con l’abito e la chierica.
In campo letterario S.Francesco d’Assisi è riconosciuto come colui che diede inizio alla letteratura italiana con la sua opera poetica il Cantico delle creature o Cantico di Frate sole (Canticum o Laudes Creaturarum), scritta in volgare italiano nel 1224. E’ una lode a Dio e alle sue creature, una preghiera che esalta il senso di fratellanza fra l’uomo e tutto il creato. Il Cantico, che ha la forma di prosa ritmica con assonanze, era fornito di un accompagnamento musicale composto dallo stesso Francesco e oggi andato perduto. S. Francesco scrisse anche Regole, Esortazioni, Lettere, Lodi e Preghiere, la cui attribuzione non è stata messa in dubbio dagli studiosi, anche se quasi tutti questi scritti sono stati dal Santo dettati (e quindi non sono autografi).
Riguardo, invece, alle opere composte da altri scrittori sulla Sua vita, si può spaziare da Dante fino ai contemporanei. Dante, che ha per Francesco d’Assisi una grande ammirazione, sia come uomo che come religioso, lo canta nel XI Canto del Paradiso, dove il Sommo Poeta vuol fare comprendere che cosa voglia dire cambiare radicalmente vita, come sia possibile, cioè, mostrare Cristo agli Uomini imitandone la Vita. Dante, infatti, mette in evidenza come il Santo ebbe cura della sposa di Cristo (cioè della povertà) descrivendo appunto le “nozze mistiche” di S. Francesco con Madonna Povertà.
Non è stata, comunque, solo l’Italia a produrre opere letterarie sul Poverello di Assisi. Infatti nel 1904, a soli 22 anni, Hermann Hesse scrisse un piccolo libro sulla vita di San Francesco, un saggio biografico intitolato Franz von Assisi seguito da un’appendice sui suoi fioretti. Nel 1923 lo scrittore inglese G.K. Chesterton, più conosciuto quale inventore del personaggio di padre Brown, scrisse la biografia “San Francesco di Assisi”. Inoltre, molto significativo e ispirato è lo scritto di Giovan Battista Montini, il futuro Papa Paolo VI, che nel 1926, per la rivista Studium, scrisse, come commento al libro pubblicato tre anni prima dello scrittore inglese Chesterton, una critica letteraria di cui riportiamo di seguito un interessante stralcio: “Si può riassumere in alcuni concetti fondamentali il modo con cui Chesterton considera realisticamente San Francesco. E’ un poeta, non solo nel senso che sente e canta la poesia, ma soprattutto che vive poeticamente. La poesia è espressione immediata dell’intuizione del reale, a differenza della prosa che è discorsiva e analitica. Vivere poeticamente significa avere per molla motrice non tanto la riflessione quanto la rapida spinta dell’amore”. Nel 1981 Ferruccio Ulivi, critico e scrittore italiano, scrisse “Le mura del cielo”, volgendosi all’ avventura umana e sovrumana di S. Francesco d’Assisi. Nel neorealismo Pasolini ha scritto la sceneggiatura, del film omonimo, che rimane ancora oggi una trasposizione letteraria della vita di S. Francesco.
Nell’ambito musicale molti sono stati i compositori di musica classica ispirati dalla vita e dalle opere di S. Francesco. Ricordiamo del 1863 la Leggenda N°1 San Francesco d’Assisi: La predicazione agli uccelli S.175/1 per pianoforte di Franz Liszt (1811-1886) con la musicale descrizione onomatopeica del canto degli uccelli, animato dal frullìo delle ali e dal cinguettìo giocato nella parte acuta del pianoforte; del 1948 è le Quatre petites prières de saint François d’Assise FP 142 per voci maschili a cappella, di Francis Poulenc (1899 -1963) dove il compositore fonde elementi arcaici del canto monastico medievale con le armonie progressive tipiche della sua scrittura musicale; del 1975-1983 è l’opera lirica in tre atti e otto quadri Saint François d’Assise di Olivier Messiaen (1908-1992) , musica contemporanea con testo in francese, in cui il colore dell’orchestra, nutrito da complesse combinazioni ritmico- timbriche, riesce a far immaginare un mondo sonoro totalmente metafisico.
Per la musica leggera la composizione più conosciuta è del 1972: Fratello Sole, sorella Luna colonna sonora composta da Riz Ortolani, interpretata, per l’omonimo film di Franco Zeffirelli,da Claudio Baglioni (nella versione italiana) e da Donovan (nella versione inglese col titolo “Brother sun, sister moon”).
Parlando di architettura sono innumerevoli gli edifici sacri a Lui intitolati: Chiese, Basiliche, Santuari e anche conventi non solo in tutta la Penisola, ma anche nel resto del mondo.Soffermiamo l’attenzione, però, solamente sugli edifici sacri calabresi: la Chiesa di S. Francesco d’Assisi a Reggio Calabria del 1617 (distrutta dal terremoto del 1908 e poi ricostruita) è un edificio a croce latina la cui facciata è caratterizzata da una certa monumentalità. Ai lati di essa, infatti, si ergono due serie di pilastri a sezione quadrata che sostengono in alto un timpano triangolare con la trabeazione interrotta al centro e sormontata da una croce in ferro battuto.
La chiesa di Gerace, della fine del XIII secolo, è considerata il più importante esempio di gotico calabrese. Costruita nel 1252 sulle rovine di un preesistente edificio romanico, si presenta a navata unica e faceva parte di un antico convento fondato nei primi anni del XIII sec. da Daniele, compagno di san Francesco, e del quale rimane solo il pozzo ed una parte del chiostro. La sua facciata principale, sulla quale si apre un imponente portale gotico ad arco acuto con triplice archivolto decorato con motivi di ispirazione arabo-normanna, è inoltre arricchita da una modanatura, da diversi capitelli e da una svastica raffigurante il sole che, nella simbologia orientale, rappresenta l’eternità. La chiesa di Cosenza del 1217 rappresenta, con l’annesso monastero di San Francesco d’Assisi, il monumento religioso più importante della città, dopo il Duomo, e uno dei più antichi. La pianta è a croce latina con tre navate.
Della chiesa di Amantea del 1216 la storia ci dice che, dopo la definitiva riconquista di Amantea da parte dei Bizantini (1031-1032), si installò, sulle pendici dell’altura del Castello, una comunità di religiosi basiliani di rito greco che fondò la Chiesa di San Basilio, ma nel corso del XII secolo il cenobio decadde. Nel 1216 il beato Piero Catin, compagno di San Francesco d’Assisi, assieme ad altri religiosi si installò nell’antico cenobio basiliano fondando un convento francescano e l’attigua Chiesa di S. Francesco d’Assisi di cui oggi, purtroppo, rimangono soltanto dei ruderi.
Al termine di questo breve excursus su come l’arte, nei secoli, abbia rappresentato il Santo d’Assisi, ci piace ricordare un episodio che accomuna S.Francesco d’Assisi a S.Francesco di Paola, patrono della Calabria. Esiste, infatti, un legame tra le vite dei due Santi intrecciatesi non a livello cronologico, ma per un episodio che riguarda il nome di Francesco: i genitori del futuro santo di Paola, Giacomo Martolilla e Vienna da Fuscaldo, erano, come narrano alcune fonti, molto devoti del Poverello di Assisi, tanto da appartenere, molto probabilmente, al Terzo ordine francescano. Essi, avendo aspettato per dodici anni il dono di un figlio, si rivolsero proprio al santo di Assisi chiedendo la sua intercessione per ottenere la sospirata grazia. Al nascituro come voto, avrebbero messo nome Francesco o Francesca e il 27 marzo 1416 nacque colui che sarebbe diventato S. Francesco di Paola.