di Gianluca Albanese
LOCRI – Le questioni preliminari rispetto all’apertura del dibattimento sono state al centro della breve udienza odierna del processo denominato “Saggezza”, dal nome dell’operazione che un anno fa ha fatto scattare le manette a numerosi imputati accusati a vario titolo di associazione a delinquere di stampo mafioso, oltre alla creazione di una struttura sovracomunale (cosiddetta “corona”) nella quale si sarebbero federate le ‘ndrine di alcuni centri interni della Locride.
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Stamani, dunque, il collegio presieduto dal giudice Alfredo Sicuro ha preso atto della costituzione di parte civile della Provincia di Reggio Calabria e dei Comuni di provenienza degli imputati.
L’avvocato Pino Mammoliti, difensore di Nicola Nesci (considerato dall’accusa come il numero 2 della “corona”) ha espresso alcune contestazioni preliminari riguardanti la contestata negazione dei diritti di difesa dell’imputato che avrebbero determinato uno sbilanciamento a favore dell’accusa e che l’avvocato reputa causa di nullità e instabilità della custodia cautelare, oltre che alla sua perdita di efficacia.
In particolare, Mammoliti ha contestato il fatto che dopo l’avviso di conclusione delle indagini il suo assistito aveva chiesto di essere interrogato “cosa che – ha detto Mammoliti – non è avvenuta e non per colpa del mio assistito”.
Il pubblico ministero De Bernardo, dal canto suo, ha replicato dicendo che “Il diritto all’interrogatorio da parte dell’imputato può essere esercitato solo quando il tribunale sceglie di procedere al suo rinvio a giudizio e non, come in questo caso, di giudizio immediato”.
Il collegio si è riservato di decidere sulla questione (e sulla capacità di sostenere il giudizio da parte dell’imputato Felice Parrotta) nel corso di un’udienza di transito fissata per martedì 14 gennaio alle 9,30.
Il dibattimento inizierà nell’udienza che verrà fissata al termine dell’udienza di transito del 14 gennaio.