Scompisciamento a parte per la rievocata performance, qui ci sarebbe proprio da piangere perché questa non è finzione bensì realtà, una tremenda realtà per la quale c’è poco da ridere poiché la volontà vera e propria è quella indicata dal titolare del dicastero di viale dell’Arte 16 in quel di Roma, e cioè di farci entrare il contributo coatto di Calabria e Sicilia alla costruzione del Ponte, in buona sostanza alla…romana! Io ho l’idea e tu ci metti i denari che, chiaramente, non sono tutti quelli che servono per la realizzazione dell’opera ma sa tanto di sconveniente, o no?
di Antonio Baldari
“È giusto che Calabria e Sicilia partecipino con i propri soldi alla costruzione del Ponte sullo Stretto, anche Occhiuto è d’accordo”, parole e musica di Matteo Salvini, ministro della Repubblica Italiana con delega ai Trasporti ed alle Infrastrutture, che, sentitosi messo alle strette relativamente alla querelle del Ponte sullo Stretto, ha avuto l’anzidetta uscita, molto cinematografica e poco istituzionale, ad onor del vero, che ci ha permesso di rinverdire i fasti di una pellicola di circa settant’anni fa, tra le immortali del principe Antonio De Curtis, in arte “Totò”, ossia la mitica “Totò, Peppino e i fuorilegge”, diretta da Camillo Mastrocinque nell’anno 1956.
Nella quale, ad un certo punto dello scompisciamento generale, entra in scena Peppino -Peppino De Filippo – invitato a pranzo da Antonio – giustappunto il grande Totò – che lo attendeva con la moglie Teresa trastullata sul divano; nel momento in cui Peppino viene accolto la moglie di Totò, magistralmente interpretata dalla grandissima Titina De Filippo, dà vita ad un breve conciliabolo con il marito perché l’ospite non ha praticamente portato nulla se non duecento grammi di pasta, due salsicce ed una mela, da cui ne deriva che l’ospite viene rimproverato per non avere portato nulla perché “qui si fa alla romana”.
In pratica Peppino ha capito male, “Uno ti invita a pranzo e tu porti solamente il mangiare per te, e allora che facciamo qua, i giochetti? Tu devi capire che noi ci mettiamo acqua, fuoco, condimento, manifattura ed i famosi antipasti che fa mia moglie” – dice il padrone di casa Antonio, a cui Peppino ribatte “Ma tu avevi detto di portare il mangiare, non il mangiare mangiare!”, “Mangiare è mangiare, è mangime!” – replica Antonio, da cui poi ne deriva la lunga lista della spesa a cui deve provvedere proprio lui, l’ospite Peppino! Scompisciamento a parte per la rievocata performance, qui ci sarebbe proprio da piangere perché questa non è finzione bensì realtà, una tremenda realtà per la quale c’è poco da ridere poiché la volontà vera e propria è quella indicata dal titolare del dicastero di viale dell’Arte 16 in quel di Roma, e cioè di farci entrare il contributo coatto di Calabria e Sicilia alla costruzione del Ponte, in buona sostanza alla…romana!
Io ho l’idea e tu ci metti i denari che, chiaramente, non sono tutti quelli che servono per la realizzazione dell’opera ma sa tanto di sconveniente, o no? Insomma, una comica dietro l’altra, per un’iniziativa strombazzata a trecentosessanta gradi di cui il governatore della Calabria, Roberto Occhiuto, dice solo che “In cambio del contributo di 200 milioni per il Ponte sullo Stretto, ci stanno finanziando tutto perché ccà nisciuno è fesso!”, che di fatto non fa altro che aggravare la posizione dello stesso ministro “Totò” Salvini, se così fosse come indica il primo cittadino calabrese, ma soprattutto, ed è quel che più conta, non specifica alcunché su data di inizio e data di conclusione dei lavori per il Ponte sullo Stretto. Si fanno, si faranno decisamente così, alla…romana!