R. & P.
La delibera del Commissario Prefettizio n. 65 del 17 aprile 2019, adottata dal Commissario con i poteri della Giunta è una delibera di riaccertamento ordinario dei residui che spiega la situazione finanziaria attuale dell’Ente e nella quale viene riportata la gestione dei residui inseriti nel bilancio finanziario 2018. Il dato riporta che circa 46 mila euro di residui passivi vengono
reimputati nell’esercizio finanziario 2019, in quanto l’obbligazione giuridica che darà luogo al pagamento si
prevede che si perfezionerà nell’esercizio 2019. Sono stati cancellati definitivamente dal conto finanziario per l’anno 2018 circa 129 mila di residui passivi, di contro sono stati cancellati definitivamente circa 18 mila euro di
residui attivi. In questa stessa delibera appare doveroso evidenziare che vi sono riportati circa 5, 1 milioni di residui attivi a fronte di circa 2,7 milioni di residui passivi.
Stando alle sue analisi,ci troviamo,dunque,davanti ad una situazione assolutamente positiva.
Certo. Il dato, in modo inconfutabile, mette in risalto che l’Ente ha più crediti attivi che passivi. In estrema sintesi, nel caso in cui, entro il termine dell’esercizio finanziario, avvenisse una riscossione completa dei residui attivi (entrate) ovvero delle somme accertate e non ancora incassate, e un pagamento dei residui passivi (uscite) ovvero delle somme impegnate e non ancora pagate, si produrrebbe un saldo di cassa positivo per 2,4 milioni. È corretto, a maggior chiarimento, precisare la differenza tra residui passivi, debiti fuori bilancio e disavanzo tecnico: a)i residui passivi, come detto sopra, sono somme impegnate (obbligazioni perfezionate) ma non ancora pagate entro il termine dell’esercizio e rappresentano un debito per l’Ente, in quanto vanno pagati; b) i debiti fuori bilancio sono somme non previste in bilancio ma che vanno anch’essi, se riconosciuti, pagati e finanziati; c)il disavanzo tecnico è tutt’altra cosa, sicuramente è un dato meramente tecnico, mentre non e’ assolutamente un residuo passivo e né un debito fuori bilancio.
In pratica, si ha una situazione di disavanzo tecnico qualora i residui passivi reimputati a un esercizio (ovvero all’inizio nel 2015 come prevedeva la legge) siano superiori alla somma del fondo pluriennale vincolato stanziato in entrata e dei residui attivi reimputati allo stesso esercizio. Quindi il disavanzo tecnico deriva dal riaccertamento straordinario dei residui effettuato e non ripianato nell’esercizio 2014, ed individuato nel rendiconto 2014,
generato dagli accantonamenti del fondo credito di dubbia esigibilità ed altri vincoli quali contenziosi ecc..
La delibera n. 46 del 13 marzo 2919, adottata dal Commissario Prefettizio, ha solo recepito il disavanzo tecnico esistente già esistente all’epoca della Commissione Straordinaria e deliberato, infatti, dalla stessa Commissione Straordinaria. La delibera del Commissario Prefettizio, adottata 4 anni dopo (appunto con la n. 46 del 13 marzo 2019) poteva anche non essere richiamato il disavanzo tecnico (in quanto veniva deliberato il documento unico di programmazione cd. DUP), ma è stato menzionato solo per conferire ai dati contabili una maggiore trasparenza, riportando la cronistoria dei trascorsi contabili e gestionali dell’Ente.
Infatti è con delibera adottata dalla Commissione Straordinaria nel 2015, che è stato riconosciuto un disavanzo tecnico per circa 1 milione di euro da ammortizzare in 30 anni. In quella circostanza, nel 2015, praticamente è stata fatta “pulizia” delle partite iscritte in entrata ed in uscita, ai quali non corrispondevano obbligazioni giuridicamente perfezionate. Quindi il disavanzo tecnico, introdotto dalla legge per la prima volta nel 2015, è stato riconosciuto dalla Commissione straordinaria, a seguito dall’introduzione del bilancio armonizzato, ovvero dalla contabilità potenziata a salvaguardia degli equilibri di bilancio di parte corrente.
Quella disposizione legislativa è stata un’occasione storica offerta dal legislatore contabile, come più volte affermato dalla stessa Corte dei Conti, per eliminare partite di bilancio inconsistenti. Da tenere in debito conto che altri comuni di pari dimensione demografica hanno registrato un disavanzo tecnico nettamente superiore. Allo stato, anche grazie al lavoro certosino svolto successivamente, finanziariamente si sta operando con un bilancio regolare, in cui vi sono solo obbligazioni giuridicamente perfezionate ed ogni creditore e ogni debitore è correttamente individuato
Anzi, considerata la sana gestione è stato possibile ammortizzare una somma maggiore, anche di oltre il 20 per cento, di quella prevista dal piano di ammortamento trentennale, e ciò è stato possibile in quanto il Comune di San Luca non ha mai chiuso in disavanzo di amministrazione.
A questo devesi aggiungere che nel bilancio esiste il fondo svalutazioni crediti, ovvero una posta destinata a fronteggiare il rischio di mancato incasso dei crediti (residui attivi). Invero, il fondo svalutazione crediti, appostato in bilancio, dovrebbe consentire al Comune di autofinanziarsi ed essere in grado autonomamente di sopportare l’eventuale danno causato dall’insolvenza dei debitori. In relazione a ciò, le quote annuali di svalutazione crediti dovranno essere valutate secondo il grado di probabilità di mancata riscossione che questi ultimi presentano. Esso viene determinato in base alla percentuale delle riscossioni effettuate in conto residui negli ultimi 5 anni, minore sarà la riscossione in conto residui maggiore sarà il fondo svalutazione crediti da costruire. Ovvero si accantonano in bilancio delle somme pronte per pagare debiti che non si potrebbero onorare a causa di possibili mancati introiti.
Quindi il legislatore pone in essere strategie finanziarie per arginare potenziali fenomeni di occultamento dei risultati di bilancio. In questo momento il fondo svalutazione crediti – che ripetesi deriva da calcoli tecnici fissati dalla legge in base ad alcuni dati di bilancio – si attesta su circa 2, 2 milioni e mezzo a fronte dei 5,1 milioni di residui attivi e di 2,7 milioni di residui passivi, come dire che ove non si dovesse riscuotere nessuna somma per residui attivi (5,1milioni) e si dovessero pagare tutti i residui passivi (2,7 milioni) il bilancio reggerebbe e rimarrebbe in pareggio, grazie al fondo svalutazione crediti o clausola di salvaguardia imposta, a ragione, per legge.
La gestione di competenza durante il periodo della gestione Commissariale è stata sempre chiusa con risultati di avanzo ampiamente positivi per un Comune di quelle dimensioni demografiche. E precisamente: 1)esercizio finanziario 2015 avanzo di competenza di euro 532.026,23; 2)esercizio finanziario 2016 avanzo di competenza di euro 782.143,67; 3)esercizio finanziario 2017 avanzo di competenza di euro 860.180,07; 4) esercizio finanziario 2018 (in corso di definizione) avanzo di competenza di euro 900.000,00 circa.
Va da se’ che parlare di “buco” o debito in bilancio, così come riferito da qualche social, appare del tutto inappropriato per le argomentazioni sopra esposte.
Lei è un tecnico di settore,dico bene se affermo che San Luca è un vero e proprio comune virtuoso?
Bisogna aggiungere, ancora, che il Comune sta operando con risorse finanziarie proprie del bilancio, senza fare ricorso ad alcuna anticipazione di tesoreria, come prevede la legge per gli Enti in difficoltà economica o in crisi di liquidità. Nessuno di questi casi interessa il bilancio del Comune di San Luca. E ancora, con il rendiconto, in corso di approvazione, sono previsti ulteriori miglioramenti anche per quanto riguarda gli indicatori di bilancio, che evidenziano una gestione finanziaria di cassa e di competenza assolutamente equilibrata. Un bilancio assolutamente in linea con i dettami normativi, nonostante i problemi di tutti gli enti locali causati dal taglio, quasi totale dei trasferimenti erariali.
E ancora il Comune è in regola con i vincoli di finanza pubblica e a consuntivo della gestione finanziaria 2018, di prossima approvazione, si prevedono di sforare solo 2 su 10 parametri di deficitarietà strutturale del bilancio. Un risultato di portata storica, se si considera che negli anni passati si sforavano 4 parametri su 10. Un risultato straordinario e assolutamente positivo che rappresenta il giusto epilogo di un percorso di gestione della “cosa pubblica” improntata alla salvaguardia degli equilibri di bilancio, della legalità e della trasparenza.