di Adelina B. Scorda (foto e video di Enzo Lacopo)
SAN LUCA – Due autori, due libri, due storie apparentemente distanti ma con un unico denominatore comune, l’esigenza della verità. Aurelio Pelle e Antonio Amorosi raccontano, spiegano, parlano di fatti, a volte celati, volutamente omessi, lo fanno insieme a San Luca, in una cornice non casuale, perché è qui che nasce e vive Aurelio Pelle, autore “San Luca in Aspromonte – Lessìa per le coscienze” (2016, AGE), ed è qui che più di qualunque altro luogo l’ipocrisia e il pregiudizio hanno preso il sopravvento sulla realtà, soffocando e isolando. Parliamo di quella sottocultura degli stereotipi e delle mezze verità che racconta magistralmente Antonio Amorosi autore di “Coop Connection – Nessuno tocchi il sistema. I tentacoli avvelenati di un’economia parallela” 2016, Chiarelettere). I due testi s’incastonano perfettamente nel tema della manifestazione culturale “Conoscere per capire” organizzata dal Centro Studi Legislativo Lazzati che ieri pomeriggio si è tenuta nella sala teatro dell’ex scuola media-istituto comprensivo “Corrado Alvaro”, con il patrocinio del Comune di San Luca e la collaborazione dell’istituto comprensivo.
A fare gli onori di casa la dirigente scolastica Carmela Rita Serafino che ha portato anche i saluti dal commissario prefettizio del Comune di San Luca Salvatore Gullì, assente per motivi istituzionali.
Dunque un parallelismo perfetto quello fra le due opere evidenziato nelle parole di Gianluca Albanese direttore di lentelocale.it che ha accompagnato il pubblico verso la scoperta di quel bisogno di verità raccontato dagli autori .
“Conoscere per capire, appunto, attraverso due libri –inchiesta scritti da due autori molto diversi tra loro ma accomunati dal desiderio di squarciare un velo di ipocrisia, pregiudizio, pensiero unico e sottocultura degli stereotipi che ha coperto, fino a oggi, da una parte la deriva affaristica e non sempre trasparente di un certo tipo di cooperazione; dall’altra, l’emarginazione e i soprusi perpetrati, nel ‘900, a scapito del paese di San Luca, da sempre borgo popolato da pacifici pastori, agricoltori e artigiani che nel corso dei decenni è diventato tristemente noto per la famigerata stagione dei sequestri di persona e per le faide tra cosche di ‘ndrangheta che si sono consumate anche all’estero”.
Due volumi che non fanno sconti a nessuno, frutto di inchieste basate su documenti ufficiali e, nel caso di “San Luca in Aspromonte”, acute analisi sociologiche arricchite da dati demografici e statistici.
Come la “lessìa” quel liquido fatto di cenere e acqua che le donne sanluchesi utilizzavano per disinfettare i panni più delicati e intimi, così il libro-inchiesta di Aurelio Pelle vuole ripulire da stereotipi e ipocrisia la storia di San Luca,” ristabilendo le regole della verità, riconoscendo come il popolo sanluchese sia vittima e responsabile della disgregazione che ha l’ha profondamente cambiato”
Interessante la disamina del giornalista bolognese Antonio Amorosi che nel suo libro denuncia quel sistema di potere fatto da forme d’impresa con tassazione agevolata che investono in borsa nonostante i divieti, senza controllo alcuno, l’intreccio appunto che nasconde il mondo delle Coop. «Un mondo fatto di un’economia che si vuole fare apparire come “buona” e senza padroni che nasconde secondo l’autore i legami fra politica, mondo economico e società criminale, per un giro d’affari da 151 miliardi di fatturato».
Le conclusioni sono state affidate al Presidente Onorario Aggiunto della Suprema Corte di Cassazione Romano De Grazia, fondatore del Centro Studi Lazzati. Un uomo come si definisce, alla soglia dell’eternità, che ha il dovere di parlare con sincerità. Nelle sue parole è vibrante la lotta contro il malaffare e prepotente l’orgoglio di aver lanciato una sfida culturale, che parte anche da San Luca quando nel 1993, tenne a battesimo la legge Lazzati. Non si risparmia nei giudizi contro un’antimafia di facciata «che frutta le marce, per offuscare la verità -ha detto – un’antimafia che non lotta per portare avanti quell’unico strumento di legge che consentirebbe di sradicare all’origine il problema atavico del voto di scambio, origine di ogni tipo di collusione con il mondo mafioso. E quell’unico strumento è per De Grazia la legge Lazzati che vieta ai clan di raccogliere voti in favore di politici senza scrupoli in occasione delle competizioni elettorali».
Di seguito il video realizzato dal nostro Enzo Lacopo, con l’intervento integrale di Antonio Amorosi.
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