di Maria Alessandra Polimeno*
BOVALINO – Qual e’ il messaggio corretto che si deve trasmettere dopo la manifestazione “Giù le mani dall’ospedale” organizzata a Locri? Al netto (.. e ce ne vuole ) dell’uso personale che se ne e’ potuto fare, e’ evidente che un patrimonio (stiamo parlando dei presidi sanitari e non solo) si difende sempre, cercando di non perdere nulla. Si devono tenere i conti in ordine, si devono motivare gli operatori, si deve mostrare un volto della Sanità in cui efficienza e qualità stanno insieme.
Con grande chiarezza: i soldi, i nuovi investimenti, si chiedono perché si e’ sicuri di non fare sprechi, di essere produttivi e perché l’assistenza vuole innovazione e professionalità.
Eppure, succede che le prestazioni diminuiscono, gli organici si riducono, soprattutto quando i dipendenti vanno in pensione e non vengono sostituiti, e le spese crescono ugualmente. Pesa l’assenza di una struttura tecnica a livello regionale che vada, appunto, a monitorare, controllare e valutare le attività delle Aziende Sanitarie, per individuarne le criticità e per fare programmazione (interessando anche le aziende con le proprie strutture: ospedale, distretto sanitario, dipartimento di prevenzione). C’e’ il mancato rispetto della normativa nazionale ed europea di rendere pubblici sui siti aziendali i dati delle attività, in modo che legislatore e cittadino verifichino i servizi garantiti.
Concentriamoci, poi, sul fatto che, nel riordino generale, l’Ospedale di Locri è stato previsto come Spoke a cui dovrebbero essere attribuite precise funzioni strategiche (si era detto che andava realizzata una sanità territoriale adeguata a rispondere a cronicità e prevenzione grazie alla riorganizzazione dei servizi e l’adeguamento tecnologico delle apparecchiature bio-medicali).
Quello che manca rispetto a quanto previsto deve generare azioni forti e legittime, orientate a far recuperare, a livello regionale, i gravi ritardi accusati. In pratica ciò che doveva essere la manifestazione di Locri. Aver “concepito” il fantasma della chiusura dell’ospedale (fatto che non esiste) ha, ovviamente, aumentato lo spavento tra i cittadini, ha innescato un confronto poco lucido e non ha permesso di individuare bene la lentezza della macchina burocratica.
L’obiettivo, dopo aver visto e ascoltato la protesta di Locri, è quello che politica ed istituzioni si facciano carico dei contenuti organizzativi e rispondano veramente ai cittadini con l’offerta e la garanzia di un sistema sanitario moderno ed efficiente.
*: consigliere provinciale
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