R. & P.
Ci sarebbe piaciuto soffermarci a parlare di autismo per i servizi sociosanitari avviati, per le buone prassi adottate, per i percorsi riabilitativi garantiti. E invece dobbiamo registrare una brusca frenata nel percorso della legge dedicata a quel mezzo milione di persone, adulti e bambini, che in Italia sono affetti da questo disturbo e che, per la prima volta, avrebbero dovuto contare su misure che affrontano i diversi aspetti riguardanti l’autismo: dall’inserimento di diagnosi, cura e trattamento personalizzato nei Livelli Essenziali di Assistenza al miglioramento delle condizioni di vita proprie e delle loro famiglie, dalla ricerca biologica e genetica a quella di tipo riabilitativo e sociale.
Per la prima volta erano stati inseriti nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) la diagnosi precoce, la cura e il trattamento individualizzato dei disturbi dello spettro autistico , con uno stanziamento di 50 milioni di euro, che la Legge di Stabilità 2018 ha raddoppiato a 10 milioni per gli anni 2019 e 2020, togliendo l’alibi della mancanza di fondi e obbligando tutte le Regioni ad attuare finalmente i contenuti sui quali la legge 134 si era fondata. Era da oltre 16 anni che non si provvedeva all’aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza. Una rivoluzione completa, che aveva ridisegnato le prestazioni del Servizio Sanitario Nazionale, ristabilendone gratuità e livelli di agevolazioni garantendone il diritto all’esenzione dal ticket sanitario (al pari delle malattie croniche e invalidanti), senza differenze tra regione e regione.
Ma ecco la frenata , anzi uno “schianto”, che di fatto cancella quella che era stata una Legge salutata solo un anno fa con grandi proclami, la legge 134 del 2015, dove all’articolo 60 si leggeva: “Il servizio sanitario nazionale garantisce alle persone affette dai disturbi dello spettro autistico, prestazioni di diagnosi precoce, cura e trattamento individualizzato” .
E’ successo nella Conferenza Unificata del 10 maggio , con l’approvazione dell’atto di intesa che aggiorna le nuove Linee di indirizzo in relazione all’autismo e che cancella di fatto la legge 134 e l’articolo 60. Infatti nella revisione della linee di indirizzo è stata inserita la clausola:
“tali linee di indirizzo saranno realizzate compatibilmente con le risorse disponibili a livello territoriale”. Quindi i servizi e le cure previste per le persone affette da autismo, saranno garantiti dalle Asp e solo in relazione alle risorse finanziare disponibili, che sappiamo essere spesso “inesistenti”. Anche se per quanto riguarda la programmazione sanitaria non basta affermare che i fondi sono pochi: interroghiamoci seriamente se questi soldi siano piuttosto spesi bene, in progetti anche coraggiosi, in grado di soddisfare quanto chiede il territorio.
Questa cancellazione dai LEA è inaccettabile , la situazione delle persone affette da autismo è fortemente condizionata dalla carenza grave di servizi, di progettualità e programmazione per il loro futuro. Questo produce troppo spesso un carico esorbitante per le famiglie con il rischio di perdita di autonomie e abilità faticosamente raggiunte.
Alla politica regionale e ai nostri parlamentari si chiede pertanto un intervento forte ed efficace per una piena attuazione della L. 134/15. Perchè l’autismo non aspetta, l’autismo non ci permette di fare con calma, l’autismo ci impone di essere seri, veri, efficienti ed onesti.
- Alessandra Polimeno
Circolo FdI – Bovalino