R. & P.
Il Consiglio Regionale della Calabria ha approvato nei giorni scorsi la nascita dell’Azienda Zero, ente che dovrà occuparsi della governance della nostra sanità.
La nostra Regione di sicuro aveva bisogno di un “restyling” visto il forte debito che ci ha portati al commissariamento e la sfiducia dei cittadini verso la sanità calabrese, che sta vedendo negli anni, come lo dimostrano anche i bilanci, l’emigrazione dei nostri cittadini verso i grandi Ospedali del Nord con il contestuale aumento della spesa sanitaria e quindi del debito.
Allora mi domando: perchè non investire qui quei soldi, costruendo nuovi ospedali, o meglio, implementando e potenziando quelli preesistenti?
Magari distribuendo i servizi su tutto il territorio provinciale.
La crisi epidemiologica dovuta al Covid – 19, ha messo a nudo tutti i problemi del nostro sistema sanitario, dove non solo i LEA (Livelli essenziali di assistenza) sono quasi inesistenti, ma non abbiamo neppure una medicina territoriale che possa dare delle risposte immediate al cittadino evitando così di fare “pressione” sugli ospedali.
Bisogna, si, riorganizzare il sistema di assistenza ma con un integrazione tra ospedale e medicina territoriale, dove il raggiungimento del benessere individuale e collettivo deve essere il risultato dell’interazione tra più attori e soggetti collocati e correlati tra loro secondo diverse dinamiche di lavoro in rete.
Una centralizzazione, in capo ad un unico soggetto della governance del nostro Servizio Sanitario con una razionalizzazione del personale ed un maggior controllo sulla spesa, era necessaria visto i disastri che sono stati compiuti negli anni.
Però contestualmente, bisogna evitare di creare un “distacco” fra le diverse reti ospedaliere che comunque verranno ridimensionate nelle loro funzioni.
Bisogna puntare sulla qualità e sull’efficienza, non mortificando i territori, in quanto ogni realtà presenta problematiche differenti.
Immaginiamo se l’ospedale di Locri venisse depotenziato ed i cittadini del comprensorio locrideo avessero il primo presidio ospedaliero utile a Reggio Calabria.
Abbiamo presente che non tutti possiamo avere l’ospedale sotto casa, ma dall’altro non si può mortificare un territorio con un bacino d’utenza di circa 150 mila persone, non dimenticando che da noi le distanze sono sempre più “distanti” viste le condizioni della viabilità.
La nostra Regione, mi domando, visto i deficit di questi anni, sarà pronta ad affrontare questo nuovo modello di gestione?
Esempio emblematico di come la Calabria affanni nella gestione della sanità, sono i famosi 77 milioni di euro (su 115) non spesi durante l’emergenza Covid, che dimostrano l’incapacità gestionale di chi fino ad oggi avrebbe dovuto amministrare queste risorse.
Il cittadino deve tornare a fidarsi della sanità calabrese, altrimenti tutti questi sforzi saranno vani.
Ci aspettano delle sfide ardue.
Il Presidente Occhiuto, al quale va tutta la mia stima e fiducia, sta cercando di dare un’accelerata ad una “macchina” quasi ferma, in vista dell’arrivo dei fondi del PNRR al quale la Calabria non può farsi trovare impreparata.
Il mio augurio e che la nostra Regione possa essere messa nelle condizioni di competere con le altre realtà italiane ed europee, per un riscatto che la storia ci deve.
Roberto Ieraci
Presidente Associazione Culturale “Nuovi Orizzonti per il Sud“