di Redazione
Il Comitato DifendiAmo l’Ospedale Locri e il Comitato Casa della Salute Siderno, con una nota trasmessa al presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, al commissario dell’Asp reggina, Lucia Di Furia e al direttore sanitario aziendale, dottor Caridi, hanno denunciato le difficoltà ad accedere ai reparti del nosocomio di contrada Verga “Le segnalazioni – è scritto – della difficoltà di accedere ai vari reparti di degenza dell’Ospedale di Locri per fare vista ai propri cari, alcune delle quali avvenute anche a mezzo stampa ed il progressivo miglioramento del dato epidemiologico, ci spinge a sollecitare un aggiornamento del protocollo di accesso per familiari e visitatori. Se all’inizio della pandemia la scelta di isolare i pazienti era ampiamente condivisa e motivata, oggi norme così restrittive non sono più giustificate né giustificabili e, soprattutto, non in linea con i recenti aggiornamenti normativi ministeriali riguardanti l’accesso in sicurezza nelle strutture ospedaliere e territoriali. Consentire di fare visita e di poter stare vicino ai propri cari in momenti difficili della vita non è una “benevola” concessione, ma rappresenta il riconoscimento e il rispetto di un bisogno e di un diritto fondamentale del paziente e dei suoi familiari”.
“E’ per questo motivo che – continua la nota – come cittadini, riteniamo necessario che siano impartite da parte della direzione sanitaria, nel rispetto delle necessarie misure anti contagio da Covid-19, precise disposizioni per quanto riguarda orario, modalità e requisiti necessari per l’accesso ai reparti, in modo che siano rispettati questi fondamentali diritti. Inoltre, in base alle regole di trasparenza e di corretta comunicazione coi cittadini, che ogni pubblica amministrazione è tenuta ad osservare, tanto più quando eroga servizi che rispondono ad esigenze sanitarie tra le più delicate e sensibili, riteniamo che debba essere data ampia diffusione a dette direttive e che queste debbano essere ben visibili in Ospedale e all’ingresso di ogni singola Unità operativa di degenza al fine di evitare disposizioni arbitrarie”.
“Per porre rimedio – conclude la nota – ad una problematica come questa non servono finanziamenti, né nuove assunzioni, né particolari strumentazioni, ma solo attenzione e rispetto per quelli che sono i diritti fondamentali della persona, specie se malato”.