R. & P.
Per troppi anni il grido di allarme sulle problematiche della Sanità nella Locride è rimasto inascoltato e il progressivo depotenziamento dell’unica struttura ospedaliera, punto di riferimento per un vasto territorio, è andato avanti senza che ci fosse alcuna concreta volontà d’intervento. Così come non si è mai pensato di dare seguito alla realizzazione di quelle strutture territoriali assistenziali che avrebbero potuto garantire una risposta complessiva ai bisogni di salute emergenti.
Finora nessuno, ai vari livelli istituzionali, si è assunto la responsabilità di quello che è successo in questi lunghi anni di Commissariamento e di Piani di rientro.
Alcuni risultati, però, sono certi e documentati : da una parte, Il diritto alla salute dei cittadini che non è stato garantito ed il disavanzo che non è stato colmato; dall’altra, il ricorso alla sanità privata che è andato ad aumentare e la migrazione sanitaria che ha continuato a sottrarre risorse importanti a vantaggio delle regioni del Nord. Oggi, i cittadini pagano il prezzo di questa grave “inadeguatezza”.
Per l’ Ospedale di Locri, sicuramente la maggiore criticità riguarda la mancanza di personale sanitario che, dopo i tagli lineari ed i pensionamenti, si scontra oggi anche con le difficoltà di reperimento di nuovi medici. Rispetto al passato, c’è stato un cambio di passo con l’arrivo del nuovo Commissario, il dott. Scaffidi. Sono stati avviati ed espletati concorsi inspiegabilmente bloccati da tempo, ma una soluzione rapida ed efficace per ripristinare una condizione di normalità, dopo anni di blocco del turnover, non c’è. Su questo punto è meglio non farsi troppe illusioni, perché l’attuale difficoltà nel reperire nuovo personale è un problema nazionale che sta mettendo in crisi realtà assistenziali ben più solide di quella calabrese. Servirebbe un intervento del Governo centrale per avviare un piano straordinario di assunzioni per il reclutamento a tempo indeterminato di personale sanitario.
Da qualche mese è finalmente operativa la Risonanza magnetica, acquistata nel 2016, e “dimenticata” per anni. L’inaugurazione dell’ installazione da parte dei Commissari prefettizi è avvenuta nel febbraio scorso e sono stati necessari altri sette mesi d’impegno del nuovo Commissario per vedere la sua effettiva entrata in funzione. Purtroppo, però, sono ancora molti i reparti ospedalieri e le strutture territoriali che hanno carenza di attrezzature, molte delle quali sono anche ormai obsolete. Il personale sanitario, da tempo in affanno per gli organici sottodimensionati, si ritrova così a dover operare con una dotazione tecnologica non adeguata a garantire le prestazioni essenziali. Come Comitato civico, abbiamo cercato di dare una mano d’aiuto impegnandoci a reperire risorse e a far giungere la nostra solidarietà, ma non può essere questa la strada maestra. Occorrerebbe partire, a nostro avviso, da una ricognizione delle attrezzature esistenti e dalla predisposizione di un adeguato piano d’investimento tecnologico, utilizzando le somme disponibili, che coinvolga anche il territorio, al fine di poter dare sicurezza e dignità professionale ai tanti operatori sanitari che, quotidianamente, si ritrovano in prima linea. Sarebbe un forte segnale di speranza, realizzabile anche in tempi brevi. E’ fuor di dubbio che non sarà possibile ripartire senza adeguati investimenti.
Per quanto riguarda l’edilizia sanitaria, emblematico è il caso della Casa della Salute di Siderno. Se non ci fosse stata la forte mobilitazione dei cittadini, che è riuscita a tenere alta l’attenzione su questa problematica, probabilmente, questo finanziamento sarebbe stato a rischio. E’ difficile comprendere perché la Convenzione stipulata con Invitalia, per la progettazione e la ristrutturazione dell’ex Ospedale di Siderno in Casa della Salute, sia rimasta ferma sul tavolo dei Commissari prefettizi per mesi, senza essere firmata. Il tutto si è sboccato con l’insediamento del nuovo Commissario alla guida dell’Azienda. In pochi mesi il bando è stato pubblicato, la gara espletata e, lo scorso 4 ottobre, è stata individuata la ditta vincitrice. Tempi più lunghi si prevedono, invece, per la ristrutturazione ed il potenziamento dell’ Ospedale di Locri, inserito nel programma triennale delle opere pubbliche 2020/2022 dell’ Azienda Sanitaria, ma che presenta un iter procedurale ancora alle sue fasi iniziali, con un finanziamento di 14 milioni che risale addirittura alla seconda fase di attuazione dell’ art. 20 della Legge 11.02.1988 n. 67.
Il fallimento del Commissariamento e l’enorme debito accumulato non possono ricadere sui cittadini che, oltre a pagare tasse più onerose, si ritrovano a non avere garantiti i livelli essenziali di assistenza. Per adesso la proposta di una gestione stralcio per il debito pregresso avanzata dal Commissario Longo ai Ministeri (Finanza e Salute), che vigilano sull’attuazione del Piano di rientro, è stata ritenuta non percorribile proprio perché ancora manca l’esatta quantificazione del debito stesso. E’ probabile che il Commissariamento della Sanità venga affidato al nuovo Governatore, come da lui stesso richiesto al ministro Speranza. Sarebbe certamente un primo passo importante, ma se non si risolve il problema del debito complessivo ( tre miliardi ? ) è difficile che si riesca ad uscire da questa gravissima situazione e ad avviare una gestione finalmente ordinaria della Sanità. Per questo obiettivo serve una forte condivisione ed una grande mobilitazione politica e civile di tutto il territorio.
Il comitato civico ” Difendiamo l’ Ospedale “