DI SEGUITO LA NOTA STAMPA DI PINO MAMMOLITI (ph. Enzo Lacopo)
La scorsa settimana sono stato ospite di vari reparti prima di approdare in quello naturale per ciò che avrei dovuto fare (chirurgia) ed in ognuno dei settori interessati (dalla radiologia, alla cardiologia, all’otorino) sino a colloqui preparatori per l’intervento gli incontri e le pratiche scrutinate hanno solo incontrato grande professionalità, attenta analisi e soprattutto grande umanità .
Il tutto avveniva con estrema naturalezza e con crescente fiducia, confermativa della scelta che avevo fatto di operarmi presso l’ospedale di Locri. In cinque giorni, due di indagini cliniche e tre (compreso l’intervento) di degenza, ho ottenuto risposte che con inflessioni diverse, tempi più lunghi, disagi vari avrei ottenuto nei migliori centri di eccellenza italiani. Durante la mia degenza post operatoria, non potevo parlare (per la gioia di qualche mio avversario politico) ma potevo osservare tutto ciò che attorno a me si verificava. Ho assistito sia a situazioni di emergenza sia a situazioni di routine, ma in entrambi i casi tutto il personale medico e paramedico non mutava né atteggiamenti né espressioni; sicurezza e passione facevano da apripista ad ogni situazione. La mia gratitudine nel vedere uomini e donne impegnati senza guardare l’orologio per salvare una vita, era contrastata dalla consapevolezza che se l’ospedale di Locri non è considerato per come merita, la colpa è solo ed esclusivamente della politica. Se negli ospedali si registrano casi di malasanità è perchè la cabina di regia è pilotata dalla politica infedele ispirata dall’affare. Le tante sanità italiane sono raccontate nel libro di due cronisti di Repubblica “La Mangiatoia” dove si va alla ricerca dei responsabili degli sprechi e della corruzione che affliggono il sistema sanitario. La qualità variabile della assistenza ai malati in Italia è figlia anche dei comportamenti sbagliati di amministratori e professionisti. L’ospedale di Locri, nella sua gestione politica ne è la prova provata. Quanto ci sono costati i Manager, Generali, Prefetti, nomine e revoche di dirigenti, arruolamenti di consulenti e portaborse, esilii di ottimi medici in cambio di pensionamenti da Primari di carriere ignote? Quanti cittadini sanno che il prezzo di una siringa all’ingrosso è di 3 centesimi e le A.S. Italiane le pagano sette, cioè il 132% in più? Che un flacone da 500 ml dell’antibiotico Levoflaxcina costa 80 centesimi ma alcuni ospedali lo comprano a 3,22 euro? A Locri i colletti Bianchi raddoppiano, triplicano, sprechi rimanendo in postazioni di comando in spregio alle richieste minime fatte dai medici per garantire un dignitoso diritto alla salute. Non possiamo lasciare soli Dottori, Infermieri, Tecnici e quanti a vario titolo facendo al meglio il proprio dovere vengono fagocitati ed isolati dai “cerchi magici”.
Difendere il nostro Ospedale significa difendere ciò che non è delegabile: la vita!
P.S./ ad un caro amico che tra qualche settimana dovrà subire un intervento chirurgico ed è combattuto da qualche dubbio se farlo a Locri o in altra Città dico: “ti auguro con tutto il cuore di non pentirti delle tue decisioni, io sono sicuro di non pentirmi di averti consigliato Locri”.
Pino Mammoliti