R. & P.
Una voce unanime si è levata ieri durante il Consiglio comunale di Ardore che, su proposta del gruppo politico “Ardore 4.0 Cittadini in movimento”, ha affrontato, quale primo punto all’ordine del giorno, una discussione sull’emergenza sanità in Calabria e in particolar modo sulle gravissime condizioni in cui versa l’ospedale civile di Locri. Un grido di protesta che si è concluso con la stesura, durante l’Assise, di un manifesto in cui viene espresso tutto lo sgomento e l’indignazione per questo pesantissimo fardello. Al centro del dibattito l’evidente lesione del diritto alla salute che ogni giorno i cittadini della Locride sono costretti a subire a causa dell’incapacità gestionale delle varie classi dirigenti succedutesi negli anni, che hanno clamorosamente fallito nell’espletamento del loro mandato, nella totale indifferenza delle autorità preposte (Ministero della Salute, Regione Calabria) a discapito di un territorio sempre più martoriato da gravissime problematiche. Per considerare applicati i principi fondamentali di universalità, di uguaglianza ed equità, che stanno alla base del Sistema Sanitario Nazionale, sarebbe necessario garantire ai cittadini, in modo uniforme, i “livelli essenziali di assistenza” (LEA) attraverso prestazioni sanitarie di qualità e trasparenza del servizio. MA LA CALABRIA E’ FIGLIA DI UN DIO MINORE!!! Infatti, tali principi vengono ormai disattesi da anni e per l’ospedale di Locri è cominciato già da tempo un declino, dapprima lento, che in quest’ultimo periodo ha assunto le sembianze di un veloce volo in caduta libera che lo porterà sicuramente a fare una sciagurata fine!
Il nuovo Direttore Sanitario ha confermato che per evitare il “ridimensionamento operativo” dovrebbero essere assunti 90 medici e 61 infermieri. Sarebbero necessari 300 mila euro per recuperare la sala operatoria del reparto di ortopedia e altri 400 mila euro per interventi urgenti sull’intera struttura ospedaliera. Erano stati previsti 14 milioni di euro destinati alla ristrutturazione dell’ospedale ma sono alte le probabilità che vadano perduti poiché non è stata ancora bandita la gara per la progettazione. Ci siamo ritrovati a dover subire uno scioglimento dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria per infiltrazioni della Ndrangheta. Ci sono anomalie gestionali che si trascinano da anni e che, nonostante i commissariamenti, non si sono mai risolte! A cominciare dai bilanci che da tempo non si riescono a ricostruire perché, per alcuni anni, manca proprio la contabilità dell’Ente; una mole di debiti; appalti prorogati alle stesse ditte eludendo in modo grossolano qualsivoglia procedura; fatture pagate più volte alle stesse ditte…insomma UNA VERGOGNA INFINITA!!!
E’ stata accolta positivamente dal Comune di Ardore l’iniziativa della petizione popolare dal titolo “Io non ci sto e firmo” a dimostrazione del fatto che i cittadini locridei non hanno alcuna intenzione di continuare a subire e che i tempi sono maturi per un atto di ribellione, pacifico sì, ma che sottende sentimenti di rabbia e sconforto per la situazione che siamo quotidianamente costretti a subire.
In attesa che i responsabili di questo scempio paghino, il Consiglio comunale di Ardore, ha approvato all’unanimità un manifesto di protesta che verrà inviato al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro della salute, alla Prefettura di Reggio Calabria, al Governatore della Regione Calabria e alla Commissione Straordinaria dell’ASP al fine di sensibilizzare tutti gli attori istituzionali che in qualche modo possano contribuire alla riaffermazione del SACROSANTO DIRITTO ALLA SALUTE! Nessuna divisione e nessun colore politico di fronte a battaglie così importanti che ci vedono coinvolti in primis come cittadini della Locride, come genitori preoccupati per il futuro dei propri figli e poi come politici! L’intento di questa iniziativa è quello di trasformare il senso di rassegnazione e di sgomento, che ormai alberga in ognuno di noi, in voglia di rivalsa!