di Gianluca Albanese (ph. Enzo Lacopo)
LOCRI – Da un lato la logica burocratica e ragioneristica dei piani di rientro da onorare, dei tavoli “Massicci” che accentrano il controllo sulle strutture territoriali imponendo tagli e blocchi del turn over; dall’altro la rabbia dei cittadini-pazienti, degli amministratori comunali e dei sindacalisti, costretti a denunciare, ancora una volta un’offerta sanitaria insufficiente, le incongruenze nelle scelte di chi è posto al vertice dell’Asp reggina (ieri la Squillacioti, oggi Sarica). In mezzo, i tentativi di mediazione e di proposta, come quello scaturito stamani dall’assemblea dei sindaci della Locride, aperta ai sindacati e ai cittadini, e alla quale ha preso parte anche il ministro agli Affari Regionali Maria Carmela Lanzetta, che ha avuto luogo questa mattina al palazzo della Cultura di Locri.
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E così, dopo una lunga serie di interventi che si sono collocati tra questi due estremi, i sindaci locridei, alla fine, hanno stilato un documento in cui chiedono al ministro Lanzetta di farsi latore delle esigenze della sanità territoriale, a partire dall’applicazione concreta di tutti gli atti emanati negli ultimi anni (che prevedono che il presidio locrese sia “ospedale spoke”), fino a un vero e proprio piano di rilancio della sanità territoriale, che vada oltre alla battaglia a difesa dell’ospedale e interessi anche le strutture sul territorio, intendendo con le stesse gli ambulatori, le guardie mediche e i punti di prima assistenza.
Queste le richieste dei primi cittadini presenti, che di fatto hanno sconfessato la conferenza dei sindaci presso l’Asp, la cui riunione – tra l’altro – è convocata per domani mattina alle 9,30 a Reggio Calabria. Una riunione, quella di domani, alla quale i sindaci intervenuti oggi non parteciperanno per protesta.
Il passaggio, apparentemente di poco conto, in realtà è fondamentale, come ha spiegato il presidente del comitato esecutivo di AssoComuni Peppe Strangio. Esiste, infatti, un organismo preposto a interloquire coi vertici dell’Asp, ed è presieduto da un sindaco della Locride (il geracese Pino Varacalli),ma dopo che questi ha espresso parole di apprezzamento per il lavoro svolto, in queste settimane, dal commissario dell’Asp di Reggio Franco Sarica, i suoi colleghi lo hanno di fatto sconfessato, avocando il potere d’interlocuzione (più che altro, indiretta) coi vertici dell’Asp sulle questioni inerenti la sanità locridea.
Prima ancora di Strangio lo aveva detto a chiare lettere il sindaco di Bianco Antonio Scordino, che aveva invitato la conferenza dei sindaci presso l’Asp a farsi valere e a non rimanere in attesa delle convocazioni da parte della dirigenza dell’Asp che invece, a suo dire, andrebbe pungolata molto di più.
Il primo dato politico rilevante, dunque, è questo.
Il secondo riguarda la realtà oggettiva di alcuni dati, visti – va detto – sempre con la prospettiva delle fredde risultanze contabili, e non dei singoli casi sanitari.
Ne ha fatto cenno il dirigente del dipartimento Sanità della Regione Calabria Zito, che ha ricordato i tre posti letto in più assegnati all’ospedale di Locri rispetto a prima «Un nosocomio – ha detto Zito – che fa parte di un sistema sanitario regionale che non ha discriminato nessuna zona, nonostante i limiti imposti dal piano di rientro della spesa sanitaria e sono convinto – ha proseguito Zito – che anche dopo che questo sarà estinto, ci sarà sempre, da parte del Governo centrale la permanenza di un patto di accompagnamento che, di fatto, limiterà sempre l’autonomia gestionale delle regioni».
Parole che sono servite a introdurre l’intervento del ministro Lanzetta, che è giunta a Locri accompagnata proprio da Zito, ed ha subito premesso che «Il sistema sanitario calabrese è carente in tutta la sua interezza e si muove dentro un quadro normativo assai stringente. Inutile affrontare qualsiasi discorso – ha detto la Lanzetta – se non si compie un approccio tecnico alle problematiche sanitarie.
Ho chiesto al vicecommissario Urbani – ha proseguito – i numeri della sanità locridea e, per l’ospedale di Locri, questi dicono che ha avuto tre posti letto in più, nonostante un tasso di occupazione del 57%, molto più basso di quello raccomandato dalla normativa nazionale, ovvero del 75%».
Ricordando che «In Calabria il settore è commissariato e l’assenza di un assessore regionale al ramo sicuramente costituisce un ostacolo perché, per esempio, in Puglia c’è e ha lavorato bene», la Lanzetta ha ricordato che «Invece dei due subcommissari attuali, a giorni verrà nominato un commissario, e io ho già detto al Governo di nominarne uno coi criteri tali da garantirne competenza, tutela dei pazienti e capacità. Io non ho fatto nomi – ha proseguito – perché non è mio costume, ma mi sono limitata a indicare i criteri di scelta del nuovo commissario e invito i sindaci presenti ad esigere altrettanto».
Il ministro ha aggiunto che «Mi batterò per l’istituzione di tavoli tecnici in cui le questioni che di volta in volta emergono possano essere affrontate tra tutte le parti coinvolte».
Gli interventi appena riportati, dunque, appartengono alla categoria di chi quando affronta certe problematiche parte dalla prospettiva del quadro normativo di riferimento, dei numeri e dei bilanci da quadrare.
Molto più folto lo schieramento di chi anzitutto chiede le dimissioni del commissario dell’Asp Franco Sarica, la revoca di tutti gli atti da lui stesso emessi e/o approvati senza concertazione con la controparte sindacale e chi ne chiede la rimozione per mancanza di titoli, anche se, come ha ricordato il consigliere regionale Candeloro Imbalzano, presente in platea «Da qui a venti giorni sapremo se rimarrà il commissario Sarica o e ne sarà nominato un altro. Auspico – ha aggiunto – che si possa arrivare a una proposta concertata e unitaria per il bene della sanità locridea».
Il fronte degli anti-Sarica comprende, con accenti e sfumature diverse, i sindacalisti presenti (Micheli, Azzarà, Luppino, Pacifici, Calandruccio, Fragomeni, Barbuto), mentre la discussione ha visto parecchi interventi in cui si è puntato l’indice sulle responsabilità pregresse più che formulare proposte, tra cui quello dell’ex consigliere comunale Piero Leone (che ha parlato di “pupi e pupari”), dell’attuale consigliere comunale Pino Mammoliti (che ha invitato il ministro Lanzetta ad andare in Procura per chiedere conto dei diciotto procedimenti aperti contro dirigenti e dipendenti dell’Asp, indicando in Filocamo, Manuela Stroili e Maria Grazia Laganà alcuni tra i principali responsabili dello stato attuale delle cose nella sanità locridea), e lo stesso vicesindaco di Ferruzzano, medico in pensione.
Il presidente dell’associazione Articolo32Calabria Angelo Rossino ha chiesto lumi sull’iter relativo all’istituzione del registro dei tumori chiedendo altresì «l’attivazione di una clausola di salvaguardia nazionale contro le regioni inadempienti, come la Calabria».
Tra color che stan sospesi l’intervento di Pietro Crinò, che ha puntato l’indice contro «Quei superburocrati che determinano le scelte principali senza tener conto nemmeno delle istituzioni politiche, al punto che che vi posso assicurare che tante volte lo stesso Scopelliti non era al corrente di certe decisioni prese dal management dell’Asp».
Un’affermazione, quest’ultima, sottolineata da un brusio di disapprovazione del pubblico presente – per la verità tutt’altro che numeroso – anche se Crinò ha aggiunto che «L’atto aziendale va discusso e concertato prima di essere inviato alla Regione» e che «Sarica è obbligato a venire ogni 15 giorni a Locri per rendersi conto della situazione.
Prima della conclusione dell’assemblea presieduta da Giorgio Imperitura, il presidente del comitato Peppe Strangio ha spiegato efficacemente il senso della riunione odierna «utile – ha detto – a ravvivare un dibattito che si era fossilizzato su posizioni corporative, e che segue il consiglio comunale aperto di Locri e il successivo incontro con i sindacati».
Dirompente, invece, l’intervento del sindaco di Locri Giovanni Calabrese.
Il primo cittadino ha premesso che «Pur essendo di destra non mi riconosco in questo centrodestra che ha governato la Regione, tanto che lo scorso 25 maggio non sono andato a votare e se non cambia qualcosa non andrò a votare nemmeno alle Regionali, invitando sindaci e cittadini a fare altrettanto».
Dopo aver ricordato i medici che hanno perso la vita per questioni legate alla loro professione e quelli che hanno subìto attentati, Calabrese, che si è scagliato contro quella che ha definito «Arroganza politica e amministrativa di Sarica» ha ammonito che «Se continua così, ci scappa il morto al pronto soccorso, perchè la rabbia popolare per un’offerta sanitaria insufficiente viene sfogata contro medici e infermieri che fanno il proprio dovere in condizioni difficili. E invece la politica continua ad abusare della sanità e basta vedere come si stanno riorganizzando le commissioni per fare clientela. Se non arrivano risposte adesso, entro 15 giorni – ha concluso Calabrese – saremo tutti chiamati a una grande mobilitazione a difesa della sanità locridea perchè se chiude l’ospedale succederà che chi ha i soldi per curarsi altrove lo farà, chi no – citiamo testualmente – se la farà in culo».
DI SEGUITO IL TESTO INTEGRALE DEL DOCUMENTO SOTTOSCRITTO DAI SINDACI LOCRIDEI
Proposta condivisa con Presidente del Comitato ed Assemblea dei Sindaci e proposta all’Assemblea nel corso della discussione odierna.
L’Assemblea dei Sindaci della Locride,
•Considerata l’importante battaglia a difesa del territorio e contro la spoliazione dello stesso che i Sindaci della Locride stanno da più tempo portando avanti;
•Considerato che appare evidente che in relazione alla vertenza “sanità” è in corso uno smantellamento dell’Ospedale della Locride e dei servizi sanitari sul territorio”;
•Considerato che tutti gli intervenuti alla manifestazione odierna hanno dichiarato la necessità, l’esigenza ed il diritto di avere nella Locride un servizio sanitario adeguato sia in riferimento all’ospedale sia per quanto concerne la sanità sul territorio;
•Considerato che nel cosiddetto “piano di rientro” e nella riorganizzazione dei servizi sanitari su base provinciale per la Locride è stato previsto un Ospedale Spoke con sede a Locri;
•Considerato che tutte le iniziative amministrative ad oggi adottate non vanno nella direzione dell’Ospedale Spoke anzi indirizzano verso un percorso di smantellamento dell’ Ospedale con probabile e prossima chiusura dello stesso;
DELIBERA
1.Di chiedere al Signor Ministro, dott.ssa Maria Carmela Lanzetta,di fare presente al Commissario straordinario della Sanità calabrese, di prossima nomina del Consiglio dei Ministri, la gravissima situazione della sanità nel territorio della Locride;
2.Di chiedere e pretendere dal Commissario dell’Asp di Reggio Calabria, dott. Franco Sarica, l’applicazione di tutti i precedenti atti che prevedono l’Ospedale Spoke per la Locride, con pari dignità, reparti e servizi rispetto agli altri Ospedali Spoke previsti sul territorio regionale;
3.Di invitare il Commissario dell’Asp di Reggio Calabria, dott. Franco Sarica, a proporre in tempi brevi un concreto piano di rilancio per l’Ospedale Spoke della Locride e della sanità sul territorio; tale proposta dovrà essere condivisa e concertata con l’Assemblea dei Sindaci e con le forze sindacali che stanno condividendo la protesta contro lo smantellamento della sanità nella locride;
4.Se il Commissario dell’Asp di Reggio Calabria, dott. Franco Sarica non provvederà a quanto richiesto con il presente documento nei prossimi quindici giorni, l’Assemblea dei Sindaci, d’intesa con le forze sindacali, programmeranno altre iniziative di mobilitazione popolare finalizzate al raggiungimento degli obiettivi prefissati;
5.L’Assemblea dei Sindaci si determina nel non partecipare alla Riunione della “Conferenza Sanità Permanente dei Sindaci sulla sanità” indetta per domani, lunedì 14 luglio a Reggio Calabria”, rimanendo in attesa delle nuove determinazioni del Commissario Sarica;
6.Infine, si invita il Ministro Lanzetta, tenendo anche delle proposte che di seguito farà, a voler intervenire presso il competente Ministero della Salute per vigilare sulla corretta e celere applicazione delle richieste avanzate con tale deliberato.