di Gianluca Albanese
LOCRI – Sono trascorsi dieci anni dalla decisione del consiglio regionale calabrese che, votando il famigerato “emendamento Adamo-Chieffallo” sancì l’accorpamento dell’azienda sanitaria locale di Locri nell’Azienda Sanitaria Provinciale, spostando la direzione della sanità locridea da Locri a Reggio Calabria.
Lo ricorda con amarezza il medico Enzo Carabetta, attuale leader del gruppo di opposizione in consiglio comunale, che nel proprio profilo facebook ha pubblicato stamani un articolo di stampa dell’epoca e un commento che non lascia spazio a interpretazioni di sorta.
“Ricordo quella battaglia persa – ha scritto Carabetta – purtroppo a causa della cecità dei consiglieri regionali di allora che accettarono e furono complici di quell’inopinato accorpamento dell’azienda sanitaria locale di Locri a quella di Reggio”.
Secondo l’angiologo locrese “Oggi è quanto mai attuale quanto dichiarammo allora .. .E’ stato ampiamente certificato il fallimento della nefasta operazione di quell’accorpamento attuato allora sotto la spinta di chissà quali agognate operazioni di risparmio e sulla giustificazione di un nuovo modello di organizzazione sanitaria. Ma – si chiede Carabetta – quali vantaggi per l’utenza se la risposta di assistenza alla salute è quella attuale? Quali risparmi se la migrazione sanitaria è cresciuta a dismisura? L’ospedale dieci anni fa garantiva assistenza qualificata e anche se con difficoltà era un punto di riferimento sostanziale per la sanità del territorio. Oggi i dati sono drammatici e riflettono la difficoltà gestionale di un azienda territoriale della provincia di Reggio Calabria, azienda enorme che si vede investita della gestione di una sanità territoriale con quasi cinquecentomila utenti assieme alla gestione dei due ospedali spoke di Locri e Polistena oltre a quelli di Melito e Gioia Tauro”.
L’amarezza lascia spazio a una proposta che per Carabetta sarebbe, ove attuata, un punto di partenza per il rilancio della sanità di Locride e Piana.
“Sarebbe ora – ha scritto – che si portassero avanti proposte concrete quale quella di promuovere e favorire la attuazione di una azienda autonoma che coinvolga i territori della Locride e della Piana dove ricadono i due ospedali Spoke. E’ auspicabile che venga quindi promossa e portata avanti dalle forze politiche e sociali del territorio. Occorre trovare soluzioni su come incidere sulle future programmazioni sanitarie regionali altrimenti – conclude il suo “post” – proseguiremmo per un altro decennio a rivendicare la richiesta di una giusta sanità”.