di Roberto Ieraci*
Secondo noi, secondo tanti, i sindaci della Locride dovevano prenotare un pullman per recarsi a Roma tutti insieme: siamo in tempi di austerità, risparmiavano, parlavano durante il viaggio per mettere a punto la strategia da proporre in soccorso della moribonda sanità della zona, arrivavano tutti puntuali, dicevano le stesse comprensibili cose ai microfoni. Anche l’occhio (e l’orecchio)vuole la sua parte; insomma: avrebbero dimostrato misura e concentrazione.
Ma qui, il problema è di sostanza. Con chi dovevano parlare? Con il governo. La cosa riguarda il primo ministro, il ministro della Salute, quello dell’Economia e delle Finanze, dell’Interno, il reggino Minniti. Oggi, i cittadini non manifestano la loro rabbia o perlomeno non lo stanno facendo più in piazza, hanno incaricato i sindaci, ma se questi non ci riescono proprio, non sarà il caso di affiancarli e di rafforzarli in un’azione che deve essere ricomposta e resa efficace? Più che da consulenti, esperti, centri studi (certamente utili per le istruttorie), un’ emergenza come questa della Locride ( non solo nella sanità) deve andare in capo al governo. Il monitoraggio operato dai funzionari si sviluppa con un’assunzione diretta di responsabilità dell’esecutivo, cosa che nel nostro caso non vediamo.
Di cosa andava informato il governo per la sanità della Locride? Di tutte le questioni che ha citato Franco Candia, che vanno però ordinate rapidamente in un quadro che denuncia i vuoti materiali e umani, i rischi, le paure, al fine di chiederne le soluzioni, in un quadro che non dimentica di denunciare le responsabilità politiche.
Ci ricordiamo dello scontro tra Loiero e il ministro Sacconi che voleva procedere con il commissariamento della sanità calabrese, il successivo ruolo di Scopelliti, non possiamo ignorare, anche a volerlo, il conflitto permanente tra Oliverio e Scura, ma ci chiediamo: nel pieno rispetto delle prerogative e della neutralità delle istituzioni, con la situazione che sta precipitando del tutto, un modo per costringere Scura ad ascoltare, Oliverio a collaborare, Brancati a comprendere, i sindaci a non girare a vuoto, i cittadini a farsi sentire, un modo, dicevamo, non lo troviamo?
Questo “modo” ha un nome, si chiama “autorevolezza”. Non ne dimostra Scura, che si vede i decreti spesso e giustamente bocciati dai tribunali, non ne dimostra Oliverio, che preso dal duello con il commissario, è in ritardo su tutto (ricorda la fase, di anni, in cui le forze politiche nazionali si sono buttate anima e corpo su riforme istituzionali, fra l’altro bocciate, e leggi elettorali, lasciando indietro i problemi del Paese), non ne dimostra Brancati, che, come si dice, non ha i tempi. Per quanto riguarda i sindaci, sono apparsi evidenti i disegni di politicizzazione del tema, il ruolo defilato di alcuni di loro, l’improvvisazione.
La Locride ha bisogno di una presa di coscienza collettiva, cittadini, sindaci e istituzioni debbono dare continuità allo sforzo necessario per risolvere i drammatici problemi che abbiamo di fronte.
:*Forza Italia Portigliola