di Gianluca Albanese
SIDERNO – “Ritardi inaccettabili, fondi mancanti, mancanza di servizi, mancanza di strumentazione, mancanza di personale e strutture inadatte”. È l’incipit di una lunga lettera indirizzata dai presidenti di Corsecom (Mario Diano), comitato “DifendiAmo l’ospedale di Locri” Bruna Filippone e del comitato pro Casa della Salute di Siderno Francesco Martino al Presidente della Regione Mario Occhiuto, al Commissario dell’Asp di Reggio Calabria Lucia Di Furia e ai presidenti del comitato esecutivo e dell’assemblea di AssoComuni Locride Giuseppe Campisi e Bruno Bartolo.
L’iniziativa è frutto dell’incontro di giovedì 27 ottobre nella sala del Centro di Aggregazione Sociale Pensionati e Anziani di Siderno, convocato dai Comitati Casa della Salute di Siderno e DifendiAmo l’Ospedale di Locri con il Corsecom.
“Si è unanimamente preso atto – è scritto nella nota – della inaccettabile situazione della sanità nella Locride. In particolare, per quanto riguarda Siderno, malgrado la previsione, del Dirigente U.O. ‘Attività Tecniche’ architetto Roberto Mittiga, nell’estate del 2021, in una riunione all’Asp di Reggio Calabria che i lavori sarebbero iniziati il 1° aprile 2022.
Invece – proseguono i firmatari – assistiamo a continui ritardi, inaccettabili che si aggiungono ad ogni incontro con l’Asp. Siamo fermi ancora, in attesa che l’Asp o la Regione decidano di incrementare di 900 mila euro, necessari per l’adeguamento dei costi”.
Una condotta, quella denunciata, che farà slittare l’inizio dei lavori al 2023.
Comitati e associazioni ricordano che si tratta di “un ritardo di un altro anno a quello accumulato dal 2017, quando era stata firmata la Convenzione tra Asp e Comune di Siderno, con l’allora giunta Fuda”.
Ma non solo. Non manca un riferimento alla recente querelle sulla rimodulazione dei fondi Inail per l’ospedale di Locri che, oltre a lasciare “molto perplessi” i firmatari induce loro a ritenere che “dovrebbe essere compensata, a quanto riferito dal Presidente Occhiuto, da fondi Regionali ex Art. 20 Lelle 67/88. Ma, consultando proprio tale riferimento, la cifra presente per l’intera Calabria è di 60 milioni, da dividere quindi tra i vari ospedali di Melito, Cetraro, Castrovillari e Paola, oggetto anch’essi di tagli. Quindi – osservano comitati e associazioni locridee – sarebbe impensabile che a Locri venisse destinata la metà dei fondi previsti per l’intera Calabria”.
Martino, Filippone e Diano ribadiscono che “il nostro ospedale ha estremo bisogno di stanziamenti certi e sostanziosi, basti pensare al fatto che già per ben due volte il soffitto del pronto soccorso è crollato. I 14 milioni di euro che sono in giro dal 1998 ormai con l’aumento dei costi non basteranno più nemmeno al rifacimento della stessa area greca per la quale erano stati stanziati.
Detto questo, noi vorremmo spiegazioni molto chiare e dettagliate su quali fondi verranno destinati all’Ospedale di Locri e le tempistiche di erogazione degli stessi.
Vogliamo anche denunciare – hanno aggiunto – che gli annunci in pompa magna della riattivazione del servizio di elettroencefalogramma sono state solo delle false promesse, il servizio è stato erogato alla ragazza che ne aveva bisogno, dopo la battaglia mediatica della madre, per poi essere richiuso”.
Dunque, nel rivendicare il diritto a una sanità efficiente nella Locride, anche nella Locride, chiedono che “a partire dagli enti locali, passando per la Regione, fino ad arrivare a Roma, si attivino tutte le procedure e gli atti necessari perché la sanità della zona sia la stessa delle Regioni che forniscono servizi efficienti e sicuri”.
Da qui le determinazioni conclusive. “In attesa di chiarimenti sulla questione dei fondi per la casa della salute e per l’ospedale di Locri noi – hanno ribadito – restiamo in mobilitazione permanente.
Attiveremo, in caso di non riscontro alle nostre richieste entro breve tempo, iniziative sul territorio per richiamare una maggiore attenzione al diritto fondamentale alla cura degli anziani, in un territorio con forti problemi economici e sociali”.