RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Egr. Commissario,
Nella discussione aperta sul problema relativo alla sanità nella Locride si sta dibattendo su come riorganizzare l’Asp per dare risposte ai cittadini che vedono giorno per giorno un servizio depotenziato e sempre più inefficiente.
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Si parla di Lea (livelli essenziali di assistenza) che devono essere garantiti ai cittadini, e, anche il nostro movimento “Siderno Libera- Progressisti per L’Unità” nel suo piccolo ha indicato una strada da cui partire per la riorganizzazione dell’offerta sanitaria ai cittadini di questo nostro territorio dimenticato.
La proposta di Siderno Libera parte dalla considerazione che il primo passo per la necessaria organizzazione è quello di evitare i ricoveri impropri per lasciare all’ospedale solo il trattamento degli acuti. Questo è possibile solo se noi andiamo ad organizzare la prevenzione e le prime cure sul territorio, innanzitutto partendo dalla Casa della Salute di Siderno per poi creare anche altre strutture sul territorio UCCP (unità complesse di cure primarie) e AFT (aggregazioni funzionali territoriali) che permettono, grazie ai medici di medicina generale, di dare risposta a tutti i codici bianchi che non richiedono l’ospedalizzazione.
Tutto questo è previsto dalla nuova normativa che esiste da qualche anno in italia: il “Patto della Salute” che in questi giorni il Ministero della Salute sta sottoscrivendo con le Regioni va in questa direzione. Tale accordo prevede come elementi fondamentali “Ospedali di comunità” e “maxi ambulatori” strutture che organizzano la prevenzione, l’assistenza domiciliare e nelle quali i medici di famiglia forniscono l’assistenza ai loro pazienti.
Ma, a fronte di tutto questo che quasi dappertutto in Italia si sta cercando di realizzare, nella nostra azienda sanitaria manca anche l’organizzazione sulle cose indispensabili per garantire un servizio minimo ai cittadini. A tal fine le raccontiamo l’esperienza di un cittadino che doveva fare un semplice esame diagnostico endoscopico urgente e si trova davanti una serie di problemi assurdi.
Prima scopre che i numeri telefonici riportati sulle pagine bianche relativi al cup (centro unico di prenotazione) e all’urp (ufficio relazioni con il pubblico) sono sbagliati, poi anche il centralino dell’Asp gli da un numero telefonico sbagliato; quando riesce finalmente a procurarsi il numero corretto del cup non riesce ad avere risposta per giorni (viene messo a lungo in attesa poi gli viene chiusa la telefonata). Dopo qualche giorno, seguendo un consiglio ricevuto, chiama fuori dalle ore di punta, riesce ad avere risposta dal cup e gli viene detto che per prenotare quell’esame (e molti altri!) bisogna ancora andare in reparto. Infine si reca in reparto per la prenotazione e scopre che, nonostante la sua emorragia intestinale, per questo esame la sua prenotazione è tra quattro mesi a novembre!
Questo esempio, e potremmo farne altri, dimostra tutti i limiti che l’ASP dimostra anche sulle piccole cose che non richiedono investimenti o altro ma solo un minimo di organizzazione. La conclusione è che il cittadino paziente dovrà fare privatamente la visita dopo aver perso una settimana inutilmente, e l’Asp da Lei diretta dimostra non solo di non saper garantire in tempi accettabili un semplice esame urgente, ma neanche di mettere in condizione i cittadini di fare una semplice prenotazione!
Egregio dott. Sarica, il movimento Siderno Libera è disponibile a collaborare per aiutarla nel suo lavoro, ma su queste cose abbiamo bisogno di risposte, i cittadini della nostra provincia hanno anche diritti e non solo doveri.
Movimento Siderno Libera –Progressisti per l’Unità