R. & P.
“Le preoccupazioni espresse dalla Conferenza provinciale dei Sindaci di Cosenza sullo stato in cui versa la sanità sono assolutamente da condividere”.
E’ quanto afferma, in una nota, il presidente della Regione Mario Oliverio.
“Va interpretato come un atto di responsabilità –prosegue la nota- l’appello che i sindaci intendono rivolgere al ministro Speranza affinché si possa attuare una azione interruttiva della linea che i diversi governi nazionali hanno finora indicato per la gestione del servizio sanitario regionale calabrese. O il Ministro Speranza è in grado di dare una svolta oppure sarà irreversibile il baratro verso cui precipiterà grande parte dei servizi sanitari, assistenziali ed ospedalieri. Il Governo nazionale deve lavorare ad invertire il trend di una gestione commissariale che invece di risanare i conti e riqualificare i servizi, dopo oltre un decennio, è divenuta essa stessa fonte di crisi e di disservizio. Vanno innanzitutto abrogati o almeno immediatamente modificati i contenuti del famigerato Decreto Calabria. Prima di tutto bisogna garantire i livelli di sicurezza delle prestazioni ospedaliere e a questo fine va sbloccato il turn-over per consentire la stabilizzazione dei lavoratori precari e consentire nuove immissione nei ruoli organici degli ospedali e delle aziende sanitarie. Non si può, inoltre, ancora indugiare per la definizione di un piano di investimenti per l’ottimizzazione e l’adeguamento dei livelli tecnologici degli impianti e delle attrezzature sanitarie”.
“In questi anni –sottolinea il presidente della Regione- è stato precluso all’amministrazione regionale di poter programmare ed effettuare un governo della sanità calabrese. In particolare, durante la mia esperienza di governo, sono stati accentuati ed estesi i poteri dell’Ufficio del Commissario, senza però rivolgere l’attenzione ai bisogni dei calabresi. Non è un caso che i disavanzi sanitari sono vorticosamente aumentati e sono sempre più diminuiti i livelli essenziali di assistenza. Il comparto della sanità, pur se investe i due terzi della disponibilità finanziaria del bilancio regionale, é stato l’unico settore su cui la Regione che rappresento, non si è potuta cimentare. Ciò non è soltanto lesivo del principio dell’autonomia regionale ma è stata la via per subordinare l’organizzazione della sanità calabrese a scelte centraliste, addirittura funzionali, al potenziamento di modelli sanitari delle regione del centro e del nord”. “La incredibile vicenda della cessione di fatto alla regione Veneto della organizzazione della rete chirurgica ospedaliera –conclude Oliverio- è solo l’ultima dimostrazione”.