di Antonio Baldari
La recente aggressione subita da un operatore sanitario all’ospedale civile di Locri è passata ancora una volta sotto silenzio, come se non importasse a nessuno, ma proprio a nessuno, che in quella struttura c’è chi, con professionalità, spirito di abnegazione e senso di responsabilità, tira la carretta perché oggettivamente non è per niente facile intervenire per curare la salute di quanti chiedono il ricovero: le difficoltà ci sono, è inutile negarlo, ma arrivare a mettere le mani addosso ad un medico, un infermiere o chi per loro, non sta né in cielo né in terra!
Ragion per cui, ancora una volta è balzato agli occhi ed alle orecchie di coloro che ci tengono ad avere a disposizione un presidio ospedaliero decente, che di base serve ben quarantadue Comuni insistenti nel comprensorio della Locride e quindi più vicino per ottimizzare i tempi di percorrenza, che però non può contare sul presidio di Polizia com’è giusto, invece, che sia, in una realtà che è stata più volte infame teatro di aggressioni a danno degli operatori sanitari, volendo ad essi in un certo qual modo imputare ad essi la colpa per ciò che non è andato come avrebbe dovuto: qui si potrebbe aprire una parentesi enorme circa i presunti casi di “malasanità”, come vengono definiti, che indubbiamente fanno salire la rabbia ma da qui a dire che essi vengano provocati da chi, al contrario, fa di tutto per evitarli ce ne corre!
Ad ogni buon conto, come si evidenziava pocanzi il presidio di Polizia all’ospedale di Locri non c’è, e ci si domanda come mai, alla luce soprattutto delle reiterate battaglie a difesa dello stesso nosocomio, perché non venisse chiuso, in primis dai sindaci della città di Zaleuco, non ultimo l’attuale assessore regionale Giovanni Calabrese, che ne ha fatto quasi una crociata coinvolgendo a destra e a manca chiunque, Chiesa locale compresa, pur di non vedere le serrande abbassate all’ospedale; a tutt’oggi, che ancora una volta quei professionisti vengono vituperati ed offesi nella propria dignità umana e professionale, non ci sono segnali concreti che ciò possa avvenire.
Cosa serve? Cosa bisogna fare per averlo?
Tutto tace sotto una coltre di colpevole, questo sì!, silenzio, fino a quando, però, non ci scapperà il morto, che ovviamente si spera mai avvenga ma, qualora dovesse verificarsi, in quel momento, cosa dirà il ministro Piantedosi che tanto fieramente qualche giorno fa snocciolava i numeri circa l’apertura di nuovi presidi delle forze dell’Ordine presso gli ospedali italiani? Che ci stava lavorando?
“In nove mesi, in tutta Italia, siamo passati da 126 a 189 ospedali con un posto di polizia funzionante, un +50% – così il titolare del Viminale – e dove c’erano abbiamo ampliato il quadrante orario portandolo ad almeno 12 ore dalle 8 alle 20. E negli ospedali più importanti sono h24, continueremo al rafforzamento delle forze di polizia come obiettivo prioritario del governo”.
Con cifre e promesse che però, nonostante le sia pur evidenti migliorie, sono ancora distanti dalla realtà, che non aspetta, anzi procede spedita verso un rapido peggioramento; si intervenga, prima che sia troppo tardi, prima che l’ospedale di Locri sia listato a lutto, che non serviranno parate, discorsi, bandiere, medaglie, discorsi in pompa magna e red carpet vari: serve, adesso, per una struttura che di…”civile” ha sempre meno.