RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Dopo appena 100 giorni di nuova gestione dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria il dibattito sulla sanità reggina e calabrese si sta nuovamente avvitando sulla contrapposizione fra i sindaci e commissari delle ASP.
In assoluto, così come un sindaco è tenuto a fornire i servizi essenziali ai cittadini anche quando la propria amministrazione si trova in ginocchio, nell’indifferenza dei livelli istituzionali sovracomunali, le Aziende Sanitarie Provinciali dovrebbero garantire i livelli Essenziali di Assistenza, senza se e senza ma.
Riferendoci all’ASP-RC, mentre solo pochi mesi addietro i sindaci ed i cittadini non hanno avuto alcuna possibilità di confronto (neppure quello previsto per legge!) con l’azienda sanitaria, oggi ogni primo cittadino può avere nella propria rubrica telefonica il numero personale del Commissario Scaffidi e del Direttore Sanitario Minniti. Nel corso di questi mesi infatti, per conto dell’Associazione dei Comuni dell’Area Grecanica o per il Municipio che rappresento, non è trascorsa settimana in cui non vi sia stata interazione con i vertici ASP-RC.
Per converso, nessun confronto con la vecchia triade commissariale.
Poco, pochissimo di quanto avremmo voluto è stato realizzato per la sanità ospedaliera e del territorio. Nonostante ciò non possiamo automaticamente iscriverci al partito di chi vorrebbe in grande evidenza dell’Atto Aziendale almeno 15 Strutture Operative Complesse per ogni nosocomio della Nostra Città Metropolitana. Se bastasse solo l’insermento in un documento, per quanto importante come l’atto aziendale, ogni cosa nella sanità calabrese troverebbe soluzione.
Anche il precedente “Atto”, per esempio, prevedeva molte specialità e molti servizi sparsi qua e là nel territorio che non sono mai stati concretamente avviati dall’Azienda. Vogliamo ricordare (solo a mo’ di esempio) il reparto di Ortopedia di Melito P.S.? Nonostante venisse indicato nel vecchio Atto Aziendale e ripreso anche dal “nuovo” come Struttura Operativa Complessa, risulta effettivamente chiuso dall’estate 2017 ed il personale ad esso afferente trasferito in altro nosocomio. Va da sé che le principali battaglie da vincere debbano essere:
– la possibilità di effettuare un massiccio reclutamento di personale (ben oltre il tourn over);
– realizzare un capillare adeguamento funzionale di tutte le strutture sanitarie. Per raggiungere tali obiettivi non dovremmo rassegnarci all’attuale politica, portata avanti da un commissario (anche se ottimo poliziotto e servitore dello Stato) non esperto di organizzazione sanitaria.
Dovremmo invece pretendere da un commissario regionale la massima competenza in materia sanitaria e una maggiore determinazione sia nel creare le condizioni per drenare ed utilizzare le risorse del PNRR e i fondi ordinari dello Stato destinati alla spesa sanitaria (per molti anni sottrattici), sia per manifestare disappunto o (se necessaria) anche insubordinazione nei confronti della stessa politica che lo ha nominato.
Dal canto loro i sindaci, dopo una imponente manifestazione romana, tenuta ormai qualche mese fa, sembrano aver esaurito le energie, quando invece, nel vuoto di rappresentanza elettiva, parlamentare e regionale, avrebbero sia l’arduo compito di tutelare gli interessi del territorio e della domanda di salute dei cittadini che quello di confrontarsi, avanzare proposte e collaborare con gli altri livelli istituzionali abilitati e disponibili per raggiungere gli obbiettivi di crescita e di civiltà, pari a quelli delle regioni più avanzate d’Italia e d’Europa.
Azzerare il debito sanitario accumulato in tanti anni di gestione commissariale governativa è indubbiamente la pre-condizione per invertire la rotta e rendere possibile la risalita e la pari dignità.
Su questo terreno i silenzi e le ambiguità sono diventati imbarazzanti, mentre le polemiche e lo scarico di responsabilità rischiano di distrarci tutti e fornire un comodo alibi a chi, Governo o Regione che sia, dovrebbe operare ed invece rimane infognato nella logica gestionale e spartitoria.
Pierpaolo Zavettieri.
Presidente dell’Associazione dei Comuni dell’Area Grecanica.