Stando alle dichiarazioni di ieri del direttore artistico, e presentatore del Festival anche quest’anno, Sanremo ha già il “sale” e non è di carattere musicale bensì socio-politico-culturale, se si vuole, visto che è pronta per essere accolta sul palcoscenico sanremese la protesta degli agricoltori. Che è oramai dilagante dalle Alpi agli Appennini, da Nord a Sud e da tutti i punti più o meno raggiungibili della Nazione che sta riscoprendo il gusto, la voglia e in special modo il diritto di dire ciò che non va, ciò di cui non è affatto contenta.
di Antonio Baldari (foto fonte repubblica.it)
SANREMO – “Perché Sanremo è Sanremo!”. All’insegna del celeberrimo tormentone coniato nel corso del tempo, parte oggi il Festival della Canzone Italiana giunto alla sua 74ma edizione; al teatro Ariston della “Città dei Fiori” più nota dello Stivale si alzerà il sipario sulla kermesse canora per eccellenza in Italia e saranno, come sempre, testi, note, melodie, spartiti, abiti indossati, frasi dette e non dette a finire subito sotto la luce dei riflettori.
Con le immancabili critiche, considerazioni, opinioni, repliche e controrepliche che conferiranno il “sale” all’evento che però, stando alle dichiarazioni di ieri di Amadeus, direttore artistico e presentatore del Festival anche quest’anno, il sale ce l’ha già e non è di carattere musicale bensì socio-politico-culturale, se si vuole, visto che è pronta per essere accolta sul palcoscenico sanremese la protesta degli agricoltori.
Che è oramai dilagante dalle Alpi agli Appennini, da Nord a Sud e da tutti i punti più o meno raggiungibili della Nazione che sta riscoprendo il gusto, la voglia e in special modo il diritto di dire ciò che non va, ciò di cui non è affatto contenta; anzi, proprio per stare a quanto affermato da Amadeus, se gli agricoltori chiedessero di parlare “Io li faccio salire sul palco” per quella nota di carattere “altro”, mettiamola così, che contraddistingue il Festival di Sanremo da diversi anni.
E, se proprio vogliamo andare fino in fondo pare che la cosa si farà giovedì prossimo, e quindi dopodomani, 8 febbraio, regalando uno spazio ben definito a quello che è il fatto del momento, che parafrasando un noto successo canoro sanremese – “L’Italiano” dell’indimenticabile Toto Cutugno – suonerebbe come “Lasciatemi rombare con il trattore in mano, sono un italiano, un italiano vero”. Ed Amadeus c’è, li farà rombare!