Un successo senza precedenti per Bruno Panuzzo, che dopo l’uscita di “Sanremo Pallido Fiore” inizia in maniera scoppiettante la prima fase del tour legato al progetto medesimo ed intitolato “Ascolto condiviso”. Grandi apprezzamenti per l’artista calabrese a Rimini, San Marino e Firenze ove Panuzzo ha promosso in maniera nuova ed inedita la colonna sonora dell’opera filmica “Pallido Fiore”. Il film, uscito nelle sale lo scorso 21 maggio, è già divenuto un “caso mediatico” ed un eccezionale documento multimediale di denuncia alla ndrangheta. L’opera esalta nel contempo le bellezze della Calabria e valorizza la buona musica italiana. La trama di “Sanremo Pallido Fiore” ruota intorno alla figura di Giuseppe, un ragazzo come tanti, innamorato della sua Sarah e della vita. Il giovane, figlio di un’umile famiglia calabrese, si affaccia al mondo verso la fine degli anni 70 del secolo scorso. Ama la musica Giuseppe e coltiva il sogno di recarsi a Sanremo per divenire un affermato cantautore. Gli ideali di vita del ragazzo lo portano a ponderare un fondamentale concetto. Giuseppe è convinto che uno Stato tecnicamente attrezzato e politicamente impegnato, possa sconfiggere il crimine organizzato facendo a meno di tanti sacrifici individuali… Questo personaggio filmico, protagonista dell’opera “Sanremo: Pallido Fiore” di Bruno Panuzzo, rispecchia nei propri caratteri scenici gli ideali di Giovanni Falcone, uomo ed eroe barbaramente ucciso dall’efferatezza della mafia. Giuseppe era un ragazzo umile e proprio come Falcone, non avrebbe voluto divenire un eroe. Entrambi i “personaggi”, però, sicuramente in maniera diversa, sono oggi degli eroi. In una intervista del gennaio 1988 veniva chiesto a Giovanni Falcone se “Valesse la pena lottare per quel tipo di Stato e quindi di società”. Falcone rispose, un po’ sconcertato, “Che io sappia, c’è solo questo Stato, o più precisamente questa società di cui lo Stato ne è l’espressione.” Il giornalista di rimando aggiunse “Cosa la spinge a fare ciò?” ed a qul punto la risposta di Falcone divenne dirompente “Soltanto lo spirito di servizio”. Non voleva essere un eroe Falcone, non avrebbe voluto esserlo neanche Giuseppe, ma probabilmente entrambi nutrivano l’esigenza di “vedere” il mondo come non è. L’essenza di “Sanremo: Pallido Fiore”, un’opera che sconvolge positivamente la Locride, si esplica proprio su tale concetto. Bruno Panuzzo ha lavorato in maniera certosina sul prodotto: cercando di recuperare atmosfere e far emergere la dolcezza, e nel contempo la durezza dei fatti. La storia che si dipana tra la splendida musica degli ultimi cinquant’anni del “Festival di Sanremo”, esprime voglia di riscatto e necessità di cambiamento. Il film rinnova un vitale entusiasmo a favore della legalità e della giustizia. “Pallido Fiore” s’incunea in un periodo temporale ove, nella Locride, non si rispera più l’entusiasmo di un tempo. Il film scuote le coscienze durante un lasso temporale in cui, da parte di alcuni responsabili politici, giungono segnali poco incoraggianti. L’opera di Panuzzo evidenzia che “non servono eroi per vocazione, ma servitori e sostenitori dello Stato per scelta.” Per combattere la malavita organizzata serve l’aiuto dell’intera società civile. Ogni individuo deve divenire protagonista di questa lotta. I cittadini, evidenzia “Pallido Fiore”, esattamente come Falcone, sono anche loro dei servitori dello Stato che in nome di uno “Stato così come dovrebbe essere”, lottano per la credibilità di questo “Stato così com’è”. L’opera di questi coraggiosi giovani della Locride suggerisce infine, che è tempo di cambiare e che il senso della vita è quello di trovare il nostro dono…lo scopo sarebbe infine quello di regalarlo… ne saremmo capaci?
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