di Adelina B. Scorda
SANT’ILARIO DELLO JONIO – Un lunghissimo iter burocratico, fatto di richieste, consensi e chiarimenti ha portato solo per la testarda volontà degli attori protagonisti (e non) al mantenimento, almeno per altri sei anni, dell’unico presidio dello Stato nel comune di Sant’Ilario: la caserma dei Carabinieri.
Dopo decenni di assenza è il 2008 l’anno in cui l’Arma dei carabinieri ritorna a presidiare il territorio di Sant’Ilario; il luogo destinato a rappresentare lo Stato è lo stabile di proprietà di Enrico Tedesco. Un’opera titanica e forse un po’ folle (in senso buono, s’intende…) la sua, almeno così l’ha definita chi in questi anni lo ha seguito. Dodici mila euro all’anno è il canone di locazione stabilito, con la totale esenzione delle tasse inerenti i locali adibiti a Caserma e un contributo annuo (a titolo di compartecipazione alle spese) di 1500 euro da parte del Comune. Un affare per il proprietario? Certamente no, soprattutto perché l’esenzione dalle tasse non è mai avvenuta come non sarebbero mai stati versati i 1500 euro di contributo da parte del Comune. A mettersi di traverso anche la spending review tanto da rendere necessaria la diminuzione del canone di 12 mila euro, del 15%, sfiduciando così ogni intenzione e portando alla richiesta di disdetta (da parte del proprietario) del contratto di locazione, qualora, ovviamente non si fosse raggiunta una soluzione concorde fra le parti.
Così Enrico Tedesco e l’amministrazione comunale iniziano una lunga trattativa, che ha come obiettivo primario quello di mantenere immutata la posizione fisica della caserma. La chiusura della Stazione dei Carabinieri, che rappresenta un importante presidio di legalità, avrebbe comportato un grave danno in termini di sicurezza e prevenzione per tutto il territorio non solo di Sant’Ilario e anche di Ciminà. La soluzione è una: che il Comune si faccia effettivamente carico di una parte del canone d’affitto soggetto ad aumento da parte del proprietario. Si muovono, a conti fatti, nella stessa direzione privato e Comune; quest’ultimo in particolare, è andato alla ricerca di rassicurazioni e certezze da parte non solo della Corte dei Conti che ha inteso inammissibile il parere richiesto dall’amministrazione comunale, ma anche dall’Anac e dalla Prefettura, tutto questo per comprendere se, secondo legge, il Comune avrebbe potuto contribuire parzialmente al pagamento del canone con il proprio bilancio. L’ok arriva proprio dalla legge di stabilità del 2016 con la quale si prevede che “Per le caserme delle Forze dell’Ordine e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco ospitate presso proprietà private, i Comuni appartenenti al territorio di competenza delle stesse possono contribuire al pagamento del canone di locazione come determinato dall’Agenzia delle Entrate”.
Accordo raggiunto con estrema soddisfazione dell’Amministrazione comunale, del proprietario dell’immobile (che ancora una volta è venuto incontro alle esigenze dell’Arma e della comunità) e di tutto il personale in forza della Caserma dei Carabinieri. Secondo quanto stabilito e approvato ieri nel consiglio comunale che ha sancito il versamento di sei mila euro all’anno da parte dell’Ente comunale per il pagamento di parte del canone d’affitto stabilito fra le parti.
Enorme la soddisfazione del comandante della Caserma Alberto Tripodo che in questi lunghi mesi, pur con una veste non da attore protagonista, dettata dal ruolo ricoperto, si è speso affinché Sant’Ilario potesse continuare ad avere, almeno per i futuri sei anni, un presidio di sicurezza e legalità. “Noi – ha concluso il comandante Tripodo – oggi più che mai ci sentiamo parte integrante di questa comunità, a cui con orgoglio offriamo il nostro servizio ogni giorno”.