Si ricorda l’increscioso episodio del maggio di quest’anno all’udienza generale del mercoledì, alla quale aveva preso parte pure una donna che Gli aveva chiesto una benedizione per il proprio cagnolino, ricevendo, però, in cambio una sonora strigliata da parte di Sua Santità. Tutti i movimenti animalisti, o che fanno capo alla fauna terrestre, sono insorti sottolineando l’importanza degli animali, in special modo nelle grandi città dove molte persone vivono da sole, e, pertanto, deliberamente scelgono, in piena libertà, di avere la compagnia di un animale. Proprio come Egli ha scelto di chiamarsi con quel nome.
di Antonio Baldari
“Oggi si preferisce avere un cagnolino che un figlio, ci sono più veterinari che pediatri e questo non è un buon segnale”. Se questa frase la pronunciasse chicchessia, uno a sorte tra gli esseri umani viventi nel globo terracqueo, sarebbe poco meno che il resto di niente, e invece, tale assunto, deriva dalla convinta riflessione di uno che conta, eccome se conta! Stiamo parlando nientepocodimenoche di Sua Santità, il Papa Jorge Mario Bergoglio, al secolo “Francesco”. Che fu il “Nomen pontificale”, dalla dizione latina giustappunto il nome, scelto dal Sommo Pontefice nel momento in cui i Signori Cardinali lo individuarono, nominandolo all’interno del conclave, in ossequio ad un’antica usanza tradizionale che vuole il neo eletto al soglio di Pietro completamente dedito al nuovo ufficio; era il 13 marzo del 2013 e, nel momento in cui venne comunicato “urbi et orbi” il nome che venne imposto a sé stesso dal vicario di Cristo sulla terra, destò molta impressione, intanto perché mai era stata fatta tale scelta in oltre duemila anni di storia, e secondariamente perché proprio “Francesco” era in strettissima connessione con il santo patrono d’Italia.
A cui, come lo stesso ex cardinale Bergoglio spiegò nelle dichiarazione susseguenti alla Propria elezione, si ispirava in maniera diretta in tutto e per tutto, evidentemente; oggi, proprio alla luce della soprariportata dichiarazione, viene da storcere il naso e non una volta sola posto che, stante il riferimento al “poverello d’Assisi” che, com’è noto, amava molto gli animali, risulta essere quantomeno in contraddizione onomastica, ed anche e soprattutto perché Papa Francesco non è la prima volta che ha un moto di avversione, chiamiamolo così, verso gli animali.
A tale proposito si ricorda particolarmente l’increscioso episodio del maggio di quest’anno all’udienza generale del mercoledì, alla quale aveva preso parte pure una donna che Gli aveva chiesto una benedizione per il proprio cagnolino, ricevendo, però, in cambio una sonora strigliata da parte di Sua Santità Che, come si può ben immaginare, non ci ha fatto proprio una bella figura, tutt’altro!
Tutti i movimenti animalisti, o che fanno capo alla fauna terrestre, sono insorti sottolineando l’importanza degli animali, in special modo nelle grandi città dove molte persone vivono da sole, e, pertanto, deliberamente scelgono, in piena libertà, di avere la compagnia di un animale. Proprio come Egli ha scelto di chiamarsi Francesco, sennò poteva scegliere di chiamarsi Sigismondo, senza scomodare più di tanto l’autore de “Il Cantico delle Creature”, animali compresi!