di Comando Provinciale Carabinieri
Bianco (Rc). I Carabinieri hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto due ucraini, ritenuti responsabili di essere gli scafisti dello sbarco di migranti avvenuto il 24 notte di fronte a Capo Bruzzano (RC).
Ancora sbarchi lungo la costa jonica reggina. Il 24 notte, a Bianco, di fronte alla scogliera di Capo Bruzzano, è stata avvistata un’imbarcazione a vela, l’ennesima, con a bordo un numero imprecisato di migranti. Poco dopo il natante è stato traghettato fino al porto di Roccella Jonica, dove i migranti (circa 50) sono stati fatti sbarcare e accompagnati presso il centro di prima accoglienza. Nel frattempo, i Carabinieri erano a caccia degli scafisti. Hanno predisposto una fitta rete di ricerca e li hanno trovati sulla SS 106, vicino al cimitero di Africo, mentre si stavano allontanando a piedi. Poco distante, sulla spiaggia, i militari dell’Arma hanno trovato anche il gommone con cui gli scafisti – due ucraini di 27 e 32 anni – si erano allontanati dalla nave e avevano raggiunto la costa. Così ieri, al termine di una indagine lampo, da cui sono emersi elementi incontrovertibili, i Carabinieri hanno messo le manette ai due stranieri, che dovranno ora rispondere di ingresso illegale sul territorio nazionale e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Sono ormai otto gli avvistamenti (e gli sbarchi) di migranti negli ultimi due mesi nella Locride. Le condizioni favorevoli del mare hanno consentito (e, a quanto pare, consentono tuttora) l’arrivo di imbarcazioni a vela che, nella maggior parte dei casi, si fermano a largo della costa oppure, in alcuni casi, sbarcano direttamente a terra, con i migranti che iniziano a disperdersi, dando luogo a veri e propri sbarchi fantasma. Ma i Carabinieri sono ovunque, anche nei paesi più piccoli, e questo gli ha consentito, anche l’altro ieri sera, di intervenire prontamente e di fermare i presunti scafisti. Sale a 6 – riferiscono dal Comando Provinciale di Reggio Calabria – il numero degli scafisti trovati e fermati dai Carabinieri nell’ultimo periodo. La chiave di tutto è la capillarità: la nostra presenza su tutto il territorio è un elemento fondamentale per scoprire cosa accade e, di conseguenza, per aiutare il cittadino.