DAL CONSIGLIERE PROVINCIALE PIERPAOLO ZAVETTIERI RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO LA SEGUENTE NOTA STAMPA
L’ennesima battuta d’arresto per la democrazia partecipata è giunta in queste ore con provenienza dal Consiglio dei Ministri che, su proposta di un’affrettata quanto uscente Ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, ha disposto lo scioglimento del Consiglio comunale di Montebello Jonico per la durata di 18 mesi. Lo scioglimento e’, neanche a dirlo, ‹‹motivato dalla presenza di collegamenti diretti e indiretti tra componenti del consesso e la criminalità organizzata locale che hanno compromesso il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione comunale››.
In attesa di conoscere le motivazioni dettagliate del provvedimento che possono aiutare tutti ad inquadrare meglio la realtà dei fatti, sento la necessità di esprimere la mia vicinanza a tutto il consiglio comunale ed ai cittadini del comune ionico con la convinzione che tale azione non potrà che rallentare tutti i processi di sviluppo messi in moto dai locali amministratori oltre che rappresentare di per sé una sorta di onta per l’immagine di un intero territorio. Il “ciclone”, che prima di Montebello ha travolto, solo qualche giorno fa, l’amministrazione comunale di Casignana, ha spazzato via negli ultimi due anni anche le amministrazioni di: Bagaladi, Roccaforte del Greco, Condofuri, Samo, Careri, Sant’Ilario, Bova Marina, Platì, Melito Porto Salvo. Tale “inutile” azione repressiva portata avanti dagli organi di governo, almeno in apparenza, demarca una continuità territoriale in senso nefasto, evidenziando una vera e propria area grigia nella provincia di Reggio C. Ciò premesso, va evidenziato come l’area maggiormente attenzionata dai livelli istituzionali più alti, oltre ad essere quella più debole e povera di tutta la provincia, abbia il minor riconoscimento di diritti in ordine allo stato-sociale. L’assenza quasi totale di amministratori locali e Consiglieri regionali nell’ambito territoriale grecanico ha prodotto sin qui un costante depauperamento dei presidi amministrativi e sanitari più importanti. Come cittadino e consigliere provinciale sento il dovere di esprimere il mio punto di osservazione. In più occasioni ho ribadito che la legge attuale sugli scioglimenti dei Comuni per infiltrazioni mafiose è sbagliata ed antidemocratica; si tratta di una norma assunta circa venti anni fa, in una situazione emergenziale divenuta cronica. La valutazione che, a tal uopo, ho sempre portato avanti inquadra le responsabilità penali di un amministratore “colluso” o “contiguo” come responsabilità “personali”. Da ciò si dovrebbe dedurre che non basta qualche “pecora nera”, neutralizzabile con gli stessi strumenti giudiziari, utilizzati dagli organi preposti con il principio della pesca a “strascico”, a motivare la privazione ai cittadini della loro legittima rappresentanza. Dopo tutti questi anni trascorsi dalle prime esperienze di “scioglimento”, che non hanno certo impedito la ricaduta di uno stesso comune, è deprimente osservare come gli organi di governo e la politica insistano ad attuare una misura inefficace che utilizza sempre gli stessi elementi per decretare la fine di una pubblica amministrazione. Giunti ormai a tale insostenibile situazione il mio appello a cambiare registro non può che essere rivolto al nuovo Parlamento ed al nuovo governo, nella speranza che da una opportuna modifica della legge le nostre comunità possono trarre il necessario ossigeno vitale.