Prescindendo dalle denominazioni e dalla sostanza dei contenuti che, come riferito, tendono ad elevare il livello di preparazione e di certificazione delle competenze informatiche, quello che ci si chiede è se in realtà tale titolo assicurerà il posto di lavoro tanto ambìto oppure se rimarrà soltanto un ulteriore anello aggiunto alla collana e fine delle trasmissioni; il posto di lavoro va senz’altro guadagnato ed i titoli vanno acquisiti per fare la differenza ma se soltanto ci fosse la volontà di governo di coprirli davvero tutti, i posti di lavoro disponibili, beh, di certo staremmo qui a fare ben altri discorsi.
di Antonio Baldari (foto fonte di orizzontescuola.it)
Periodo di straordinario fermento nel mondo della Scuola italiana, per come abbiamo riportato nelle recenti edizioni del Nostro Giornale; abbiamo per lo più affrontato la questione legata ai docenti, il cui ambito è davvero molto complesso da meritare, con ogni probabilità, ulteriori approfondimenti da parte del ministero dell’Istruzione e del Merito per sciogliere i tanti nodi sul tappeto.
Che però, a ben guardare, ineriscono anche il personale Ata, non del tutto esente dalla “rivoluzione copernicana” in atto nel mondo del Sapere Italiano, al punto che, al prossimo aggiornamento in graduatoria, coloro i quali vorranno procedere alla modifica del proprio profilo, incrementandone il punteggio, saranno obbligatoriamente chiamati al conseguimento della certificazione di alfabetizzazione digitale.
Che dovrà essere conseguita entro e non oltre i termini di scadenza del bando, anche per coloro i quali chiederanno un inserimento ex novo e, quindi, per la prima volta, per come del resto statuisce il cosiddetto “Decreto MILLEPROROGHE 2024”; insomma, un’autentica evoluzione per titoli acquisiti sul campo e che hanno riguardo agli operatori scolastici, agli assistenti ed ai funzionari: non sono, dunque, compresi i collaboratori scolastici per l’obbligo di conseguimento della suddetta incombenza.
Non v’è dubbio che si voglia elevare dal punto di vista qualitativo il livello del personale, evidentemente non bastando più il diploma o titolo di studio precedentemente conseguito, oltre al fatto che la vecchia ECDL – acronimo perfetto per European Computer Driving Licence – debba essere modernizzata con i più aggiornati dettami europei che, infatti, oggi prevedono l’ICDL stante per International Certification of Digital Literacy e dunque la predetta Certificazione Internazionale di Alfabetizzazione Digitale.
Ad ogni buon conto, prescindendo dalle denominazioni e dalla sostanza dei contenuti che, come riferito, tendono ad elevare il livello di preparazione e di certificazione delle competenze informatiche, quello che ci si chiede è se poi, in realtà, tale titolo assicurerà il posto di lavoro tanto ambìto oppure se rimarrà soltanto un ulteriore anello aggiunto alla collana e fine delle trasmissioni. Anche perché l’esborso va onorato e se, com’è noto secondo un antico adagio, il gioco vale la candela okay, ma se così non fosse se ne potrebbe fare a meno; il posto di lavoro va senz’altro guadagnato ed i titoli vanno acquisiti per fare la differenza ma se soltanto ci fosse la volontà di governo di coprirli davvero tutti, i posti di lavoro disponibili, beh, di certo staremmo qui a fare ben altri discorsi.