RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
di Giuseppe Cusato*
GERACE Come genitore che ha vissuto e vive le vicende dell’Istituto Cinque Martiri di Gerace, ormai da sei anni, prima come rappresentante dei genitori e da poco come Presidente del consiglio di Istituto, ho deciso di affidare le mie riflessioni agli organi di stampa relative al mio operato all’interno dello stesso istituto; tengo a precisare, al solo scopo di tutelare i legittimi interessi degli alunni dell’istituto Cinque Martiri di Gerace.
Tale volontà da me appena espressa , vuole fare appello all’opinione pubblica , agli organi di stampa e non per ultima alla politica che presto busserà alla porta di casa nostra a chiedere il nostro voto.
Le note vicende che mi coinvolgono nelle battaglie che ho intrapreso per la trasparenza e la sicurezza delle strutture frequentate dai piccoli alunni dell’istituto geracese , mi hanno dato ragione a distanza di quattro anni, rispetto al fatto che la scuola Filzi di Gerace centro non è idonea sia da un punto di vista strutturale, sia dal punto di vista normativo (infatti ricade in area a rischio sismico pari a livello 5, tra l’altro come dice la norma gli edifici pubblici e non possono avere più di due piani fuori terra) pericolosa per gli alunni e per gli operatori scolastici che vi lavoravano.
Non starò qui a ricordare le battaglie a colpi di carte e di articoli di giornale che nel 2012 scrissi all’amministrazione comunale di allora, la quale negava le criticità strutturali da me sollevate anche in occasione dei consigli comunali aperti ,mentre ai dirigenti scolastici faceva più comodo non sapere, che decidere di spostare gli alunni in luoghi sicuri.
Oggi come allora affrontiamo condizioni difficili, talvolta incomprensibili, che generano conflitti istituzionali , tra comuni, dirigenti scolastici e comunità e sono conseguenza talvolta di interpretazioni erronee di norme in materia d’istruzione. Talvolta, tali norme, creano discriminazione tra alunni e minano alla base la fiducia che i genitori ripongono nella istituzione scuola e in chi la rappresenta sul territorio.
Non può essere sempre responsabilità dei genitori o dei bambini ciò che accade.
Ancora oggi, per le vicende che ormai tutti conoscono riguardanti il trasferimento non concordato dei bambini dell’infanzia di Gerace Vene a Tre Arie comune di Antonimina, ho deciso di scrivere agli organi di stampa, nel tentativo di smuovere la coscienza di coloro che leggeranno questa mia nota, nella quale affermo con certezza assoluta che mia figlia assieme ad altri 8 bambini è stata discriminata dallo stato e dall’Istituzione scuola .
E’ da mesi che alle mie domande e alle numerose lettere inviate ai vari Enti competenti in materia di scuola nessuno ha mai inteso dare una risposta.
Premesso che la legge 81/2009 art. 9 stabilisce che il numero minimo per la formazione di una classe dell’infanzia è 18 alunni nelle arie montane, tale numero viene ridotto del 10% nel caso in cui vi sia la presenza di alunni con disabilita riconosciuta.
Ebbene tali domande oggi le voglio rivolgere anche a voi:
- Come mai nel 2015 Tre Arie, con un numero di 10 alunni, ha potuto usufruire di una classe a tempo ridotto di 25 ore pur non raggiungendo il numero minimo di alunni per la costituzione della stessa?
- E ancora, a parità di condizioni di legislazione sul territorio, visto che Gerace confina con Antonimina, entrambi comuni della Repubblica Italiana, perchè nel 2016 Vene con 9 bambini non ha usufruito degli stessi provvedimenti adottati per garantire Tre Arie l’anno precedente?
- Perché i bambini di Vene sono stati trasferiti, guarda caso, proprio a Tre Arie a una distanza tale (20 km andata e 20 al ritorno) che di fatto rende impossibile la frequenza dei bambini di Vene a Tre Arie? E’ questa era condizione nota alla scuola.
- Come mai è stato impedito ai genitori dell’infanzia di Gerace Vene di votare alle elezioni dei propri rappresentanti per il Consiglio di Istituto?
- Come mai nuovamente per Tre Arie vengono applicate le deroghe per l’a.s. 2016/2017, dopo la decisione della dirigente dell’istituto di cancellare i bambini di Vene che non frequentavano, così da ridurre la classe di Tre Arie da 21 a 12, quindi ben al disotto delle norme dettate dalla legge 81/2009?
Ebbene sì ! Senza alcun timore posso affermare che mia figlia è stata oggetto di discriminazione da parte dell’istituzione scuola, la cui stessa, questo è paradossale, dovrebbe insegnarle assieme a me a rispettare le regole, le leggi , a non discriminare, a rispettare i suoi simili, il mondo e l’ambiente in cui vive.
Ai genitori di Tre Arie che hanno avuto la fortuna di poter mandare i propri figli all’asilo dietro casa , voglio dire:- sappiate che ciò è avvenuto non per grazia divina, ma solo perché dentro l’istituzione scuola qualche dirigente, ha deciso che i nostri figli valgono meno di quelli di Tre Arie.
Mi sarei aspettato, sempre dalla comunità di Tre arie, un gesto di solidarietà;
nel contempo voglio ringraziare quelle persone, anche di Tre Arie che per un rapporto di conoscenza personale, mi hanno espresso il loro dispiacere e la loro vicinanza per quanto stiamo vivendo.
E’ ora che si smetta di dire che tutto va bene negli istituti e dentro la scuola.
L’ultima riforma in materia di istruzione ci consegna una scuola meno partecipativa dal punto di vista della gestione e sposta il proprio baricentro
sugli aspetti economici e di bilanci. Tali riforme hanno modificato nel corso degli anni la figura del preside della scuola, trasformandolo in dirigente con maggiore potere decisionale soprattutto nella formazione delle classi e degli indirizzi generali dentro la scuola stessa, di cui certamente se ne assume la responsabilità, spesso , malgrado le storture e gli sprechi di risorse che nessuno osa contestargli e che se evitate potrebbero certamente dare maggiori risposte ai territori montani come i nostri.
Il mio personale obbiettivo è sempre stato quello di difendere la presenza delle scuole in territori come quelli di Canolo, Tre Arie di Antonimina e Gerace Vene , dove è già difficile vivere, se poi togliamo scuole di infanzia e primaria , giustificandole con l’obbligo del contenimento della spesa, ritengo ci vestiamo del ridicolo.
Mentre i comuni chiedono e ottengono risorse economiche per la riqualificazione di queste zone, ove vi è certamente un numero importate di abitanti, dall’altra lo Stato e il Miur chiude le scuole di infanzia e primaria costringendo le famiglie a trasferirsi e concentrarsi sulla costa ionica calabrese .
Le scuole che noi abbiamo sul territorio interno sono parte funzionale ed essenziale dell’esistenza di comunità come quella di Gerace Vene ed è bene che la politica e gli amministratori calabresi ai più alti livelli incomincino a prenderne atto, se veramente vogliono poter affermare di amministrare nell’interesse dei cittadini, pena la perdita di fiducia verso le istituzioni che la politica stessa si candida a guidare.
La riforma del titolo V della Costituzione parte II esplicita bene i compiti dello Stato e delle Regioni in materia di istruzione (legge 112 de 31 marzo 98). In particolare distingue tra principi generali e principi fondamentali; i primi di competenza dello Stato che comunque devono essere discussi e concordati in sede di conferenza Stato-Regioni assieme a quest’ultime; diversamente i principi fondamentali in materia di istruzione spettano certamente alle Regioni, in quanto Ente territoriale che conosce e programma, sulla base delle richieste dei Comuni, la rete scolastica.
A questo punto a cosa serve delegare la programmazione della rete scolastica agli Enti locali se poi il Ministero dell’Istruzione con la storiella degli equilibri di bilancio quelle scuole non le apre!
La verità nel caso dell’infanzia di Gerace Vene è che non solo siamo semplici numeri, ma vere e proprie pedine da spostare per garantire qualsivoglia interesse .
Sono deluso e amareggiato!
Se c’è qualcuno che lo è come lo sono io è ora che si faccia avanti.
*: presidente del consiglio di istituto “Cinque Martiri di Gerace”