Questo è l’esito finale che dal prossimo mese di settembre 2024 vedrà tra pochi mesi tanti padri e madri di famiglia, giovani in cerca di una stabilità professionale, a spasso o “sulla strada”, se si preferisce: al momento non è dato sapere se, oltre al danno per essersi visto sottratto il lavoro, ci sarà pure la beffa perpetrata dagli stessi che quel lavoro non glielo restituiranno in alcun modo.
di Antonio Baldari
Era nell’aria, ora c’è pure l’ufficialità: la giunta regionale guidata dal presidente Occhiuto approva il “Piano di dimensionamento scolastico” e così, dal prossimo anno scolastico 2024.2025, la regione perderà i 79 istituti scolastici di cui si è tanto parlato e che costituiscono le settantanove scuole che non rientrano nei parametri stabiliti dal Governo centrale romano e, ancora più in profondità, nelle linee guida insistenti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Che altro poi non sono che i 900 alunni per istituti, in difetto dei quali si va a perdere l’autonomia scolastica venendo, di fatto, accorpati, ad una scuola di maggiore consistenza numerica che è poi ciò che conta in tutto questo bailamme di cifre dettate dalle Autorità governative, con il pallottoliere che aiuta a capire meglio, e con maggiore chiarezza, l’oggetto del contendere: e quindi, 79 dirigenti scolastici in meno; 79 direttori amministrativi in meno, personale di segreteria genericamente indicato che possono essere laddove cinque, laddove dieci, quindici, venti unità lavorative che, moltiplicate per 79, daranno migliaia di posti di lavoro in meno.
Per una Calabria, quindi, che si impoverisce sempre di più, che perde posti di lavoro quando si sperava quantomeno di conservarli allo stesso numero di oggi ma, ahinoi, purtroppo così non sarà con tutte le conseguenze del caso; già le Istituzioni regionali hanno messo le mani avanti dicendo che “La Calabria non ha proceduto per anni alla sua riorganizzazione scolastica, farlo adesso comporta tutto questo”; oppure si afferma che “Le scuole non verranno chiuse, gli studenti continueranno a frequentare i plessi che frequentano a tutt’oggi, saranno soltanto rivisti gli organici amministrativi”, come a volersi in un certo senso a discolpare, mettiamola così, rispetto ad una situazione che è evidente, sotto gli occhi di tutti, con migliaia di posti di lavoro, lo si ribadisce a scanso di equivoci, che si perdono.
Non dando seguito alla “riorganizzazione” come è stato fatto in Europa in ossequio proprio al Pnrr, dove non si è proceduto tagliando, come in Italia, ma offrendo lo stesso prodotto ma sotto altre forme che hanno inteso salvaguardare in special modo i posti di lavoro; qui, ad esempio, si è agito con il pallottoliere, come detto, eliminando per aggiungere delle scuole ad altre scuole, al punto che, in provincia di Avellino, tanto per dire, ci sarà qualche dirigente scolastico alle prese con ben 38 plessi scolastici, dal prossimo anno, che è del tutto improponibile ad ogni livello per qualsiasi essere umano!
Ad ogni buon conto questo è l’esito finale che dal prossimo mese di settembre 2024 vedrà tra pochi mesi tanti padri e madri di famiglia, giovani in cerca di una stabilità professionale, a spasso o “sulla strada”, se si preferisce: al momento non è dato sapere se, oltre al danno per essersi visto sottratto il lavoro, ci sarà pure la beffa perpetrata dagli stessi che quel lavoro non glielo restituiranno in alcun modo.