Saranno oltre mille, ad occhio e croce, che non saranno tantissimi ma non sono neanche pochi, pensando a mille famiglie calabresi che dovranno riorganizzarsi per buscarsi la classica “fetta di pane”, e non tutti potranno eventualmente farlo, magari per ragioni anagrafiche perché sarà loro impossibile avere un’altra collocazione professionale: ciò che si originerà in questa nuova situazione sarà un ridisegnare il numero delle classi, con le altrimenti definite “classi pollaio”, con numeri davvero esorbitanti che già oggi non vengono rispettati in particolare laddove ci sono degli alunni diversamente abili.
di Antonio Baldari
Nella giornata di ieri abbiamo dato spazio nel Nostro Giornale a Lucia Anita Nucera, assessora della città metropolitana di Reggio Calabria con delega all’istruzione ed alle minoranze linguistiche, che ci ha partecipato una nota personale relativa all’ormai imminente inizio del nuovo anno scolastico e particolarmente dedicata a ciò che concerne il cosiddetto “Dimensionamento scolastico” che avrà particolari effetti, soprattutto a partire dall’anno scolastico 2024.2025, per come del resto è stato già stabilito dal governo centrale romano per bocca del rappresentante al ministero dell’Istruzione, Giuseppe Valditara; effetti particolarmente negativi, ad onor del vero, che vedranno l’accorpamento di circa un centinaio di istituti, soprattutto nella provincia di Cosenza e Reggio Calabria.
La rappresentante dell’esecutivo della città dello Stretto guarda lontano, ed è molto concreta a tale proposito perché, lei asserisce, “peggiora l’offerta della qualità formativa”, di certo, tanto per gradire, si perderanno un bel po’ di posti di lavoro che, coi tempi che corrono, specialmente in Calabria, è un lusso che non ci si può permettere: e dunque, si può tranquillamente dire di circa un centinaio di dirigenti scolastici, posto che non ci sarà più bisogno di essi venendo le loro scuole accorpate, come detto, ad altre aventi un numero di alunni superiori e con la possibilità di arrivare al fatidico numero di 950 alunni per istituto; di riflesso, non ci saranno altrettanti Dsga, e dunque responsabili dell’area amministrativa, così come spariranno le segreterie di quelle scuole.
Che, tradotto in soldoni, saranno oltre mille posti di lavoro, ad occhio e croce, che non saranno tantissimi ma non sono neanche pochi, pensando a mille famiglie calabresi che dovranno riorganizzarsi per buscarsi la classica “fetta di pane”, e non tutti potranno eventualmente farlo, magari per ragioni anagrafiche perché sarà loro impossibile avere un’altra collocazione professionale; dal punto di vista scolastico il ministro Valditara ha affermato che “Non vengono soppresse le scuole fisiche ma soltanto riprogrammate a livello amministrativo”.
Che suona un po’ come il volere rassicurare le famiglie dicendo loro “Guardate che i vostri figli lì andavano a scuola e lì continueranno ad andare”, in realtà, ciò che si originerà in questa nuova situazione sarà un ridisegnare il numero delle classi, e qui arriva la massima preoccupazione dell’assessora Nucera nel momento in cui tocca il tasto delle altrimenti definite “classi pollaio”, posto che ci saranno numeri davvero esorbitanti, che già oggi non vengono rispettati in particolare laddove ci sono degli alunni diversamente abili.
Questo è un vero e proprio “tasto dolente” che effettivamente potrà andare ad inficiare la qualità dell’offerta formativa, anche perché, diciamocelo chiaro, la politica non ha saputo – o non ha voluto? – risolvere il problema delle “classi pollaio”, da destra a sinistra passando per i CinqueStelle e via di questi partiti, con tutte le conseguenze del caso che, dal prossimo anno, porterà ad un poco governabile caos.