“Come facciamo adesso a lavorare? Come possiamo venire a sapere di eventuali periodi di supplenza se ci hanno tagliato le gambe con questa assurda decisione?” – afferma furente un gruppo di questi padri e madri di famiglia interessati da tale provvedimento del Ministero dell’Istruzione e del Merito, e via di queste lamentele particolarmente perché tale provvedimento è stato preso non a bocce ferme, com’era giusto che fosse, considerato che l’anno scolastico è in corso.
di Antonio Baldari
Non c’è pace per i precari della scuola. Ormai in Italia se non si è ai livelli di una congiura poco ci manca posto che, a parole, si dice di considerarli per un loro inquadramento professionale ma poi, di fatto, non è così e l’ultima “malefatta” in ordine di tempo ha davvero dell’incredibile: nei giorni scorsi, infatti, tutti i titolari di supplenza breve o saltuaria si sono ritrovati con la revoca della casella di posta elettronica istituzionale che era in loro possesso.
E che utilizzavano da circa dieci anni, in maniera continuativa, anche e soprattutto per venire a conoscenza delle comunicazioni ufficiali provenienti dalle scuole per l’acquisizione di una supplenza temporanea qualora non si fosse stati chiamati per un incarico fino al termine delle attività didattiche, e quindi al 30 giugno, o annuale e quindi al 31 agosto; in buona sostanza è accaduto che, con due distinte comunicazioni ricevute lo scorso mese di ottobre, i precari della scuola sono stati messi al corrente della chiusura di posta elettronica istituzionale, e dunque afferente proprio alla scuola, o per mancata consultazione della stessa negli ultimi sei mesi o perché, udite udite, non si rientra nel personale di ruolo.
La stragrande maggioranza di coloro che aveva in uso tale, importantissimo, strumento non hanno dato affatto peso a tale situazione posto che, tanto per fare un esempio, nello scorso mese di luglio vi era stato l’aggiornamento della domanda con l’inserimento delle scuole per l’anno scolastico corrente, 2023.2024; ma si potrebbe dire della consultazione della stessa casella di posta elettronica durante il mese di agosto con la pubblicazione del primo bollettino afferente agli incarichi annuale; al termine delle attività didattiche o anche soltanto per supplenza breve.
Sta di fatto che, lo scorso 30 ottobre, tutti coloro che non attualmente non figurano nei ruoli dello Stato per quanto concerne la scuola si sono ritrovati al…buio, proprio così!, al buio delle possibili convocazioni da qui al termine delle attività: “Ci è stata ingiustamente revocata la casella di posta elettronica – afferma furente un gruppo di questi padri e madri di famiglia interessati da tale provvedimento del Ministero dell’Istruzione e del Merito – come facciamo adesso a lavorare? Come possiamo venire a sapere di eventuali periodi di supplenza se ci hanno tagliato le gambe con questa assurda decisione?”.
E via di queste lamentele, particolarmente perché tale provvedimento è stato preso non a bocce ferme, come si suol dire e com’era giusto che fosse, considerato che l’anno scolastico è in corso – per non dire che è appena agli inizi e dunque con un percorso ancora lungo da fare – e di possibilità di lavoro ce ne possono chiaramente essere ma non, evidentemente, per i precari della scuola, ancora una volta maltrattati, messi con le spalle al muro, per non dire proprio “bullizzati” al punto che la dicitura “dell’Istruzione e del Merito” è più che un eufemismo se non possono meritare, loro che lavorano da dieci, quindici, vent’anni nella scuola, neanche la casella di posta elettronica.