di Redazione
A pochi giorni dall’emanazione del provvedimento regionale, con cui il presidente facente funzioni Nino Spirlì, aveva disposto la chiusura di tutti gli istituti di ogni ordine e grado (a esclusione dei nidi, micronidi e sezioni primavera 0-3 anni) dall’8 al 21 marzo, con la riattivazione della Dad, arriva oggi con apposito decreto, la bocciatura del Tar che ne ha disposto la relativa sospensione, accogliendo il ricorso presentato da diversi genitori.
Secondo i giudici ” La normativa contempla esclusivamente per le aree in zona rossa la sospensione delle attività scolastiche e didattiche delle scuole di ogni ordine e grado in presenza, prevedendone esclusivamente la prosecuzione con modalità a distanza”.
In Calabria, collocata in zona gialla “resta confermata la didattica in presenza delle attività scolastiche, oltre che gli esercizi commerciali (bar, ristoranti) e le attività produttive”.
Per il Tar “la giustificazione del potere esercitato dal Presidente della Regione, avrebbe semmai dovuto trovare fondamento in un quadro epidemiologico orientato nettamente verso un peggioramento dei parametri di cui tenere conto e del cui conseguente accertamento, l’istruttoria procedimentale avrebbe dovuto farsi carico e di cui la motivazione del provvedimento avrebbe dovuto dare contezza”.
Il verbale dell’Unità di Crisi del 5/3/21, diversamente da quanto riportato nel provvedimento impugnato, “non sembra riportare un vero confronto collegiale sulle questioni inerenti la chiusura delle scuole, trattate dal Presidente in apertura di seduta per indicarle quale luogo di grande assembramento e di potenziale contagio e -nelle conclusioni finali- per chiedere la predisposizione di una ordinanza di chiusura delle stesse”.
Inoltre, secondo i giudici del Tar “il trend di aumento dei contagi in Calabria è al momento considerevolmente inferiore rispetto a quello nazionale e pertanto non costituisce dato sopravvenuto rispetto alle valutazioni di cui al DPCM, mentre il fatto che in alcuni specifici territori (province di Vibo Valentia e Reggio Calabria) la proporzione di nuovi casi sia il doppio della media regionale (comunque sempre lontana dalla media nazionale), a tutto voler concedere potrebbe giustificare al più interventi mirati su Comuni di quelle aree e non la chiusura dell’intero sistema di istruzione calabrese”.
E ancora “l’incremento di posti letto Covid e di quelli di terapia intensiva occupati resta sotto la soglia di allerta, rispetto al rischio di saturazione, per quanto nello stesso atto impugnato dichiarato; e il coefficiente del 9,1% di prevalenza (studio VOC202012/01) delle varianti sul territorio regionale calabrese alla data del 18/2/21, richiamato nell’atto impugnato, è -su scala nazionale -il più basso in assoluto”.
Il Tar ha quindi fissato al 14 aprile, l’udienza di merito.