di Adelina B. Scorda
LOCRI – Vuole laurearsi e per questo scrive ai suoi avvocati e alla corte Europea di Strasburgo. Chi lo fa è Sabastiano Vottari detenuto presso il carcere di Terni dove sta scontando la pena detentiva dell’ergastolo sotto il regime di 41bis, per l’omicidio di Maria Strangio, moglie del boss Gianluca Nirta, vero obiettivo dell’agguato, avvenuto il 25 dicembre del 2006, avvenimento che segnò la riapertura della faida fra Nirta-Strangio e i Pelle-Vottari culminata con la strage di Duisburg il 15 agosto del 2007.
Studente in farmacia presso l’Università degli studi di Messina, Sebastiano Vottari classe “83, ha sostenuto in carcere, in video conferenza, 13 esami,”mi rimane solo uno e il tirocinio di sei mesi presso una farmacia per completare il percorso universitario – scrive nelle lettera datata 30 settembre 2013. Tutto questo non mi è consentito per via del regime in cui mi trovo dal 2007, perché gli esami che dovrei sostenere e il tirocinio di sei mesi richiedono la mia presenza fisica. Da due anni pago le tasse universitarie a vuoto, ho tutto pronto per la laurea, ma ad oggi non ho ricevuto risposta dal tribunale di sorveglianza di Roma, dove da quattro anni il mio ricorso è fermo”. Secondo quanto affermato dai legali di Vottari, Adriana e Giuseppe Bartolo, il reclamo fu presentato al tribunale di sorveglianza di Roma nel dicembre del 2011, da allora si attenderebbe ancora una risposta. inoltre, secondo gli avvocati, il regime speciale applicato al loro assistito, di cui chiedono la revoca, “entra in conflitto con i principi fondamentali della nostra Costituzione tra in quali quello di presunzione di non colpevolezza quello d’uguaglianza e, soprattutto, quello della risocializzazione, oltre ad essere violato il diritto allo studio costituzionalmente garantito”. Molte le violazioni contestate dal Vottari nella sua lettera “sia costituzionali – scrive- che dell’ordinamento penitenziario oltre alle violazioni internazionali della corte dei diritti dell’uomo. Lo stato italiano sta violando tutti i miei diritti […] spero – prosegue che il mio caso sarà valutato attentamente”.