di Vittore Aspromonte
Appuntamento con orario fantasioso, luogo amico, amici a salutarci a brindare, a mostrarci, visi con maschere a pelle, maschere indossate per condurti nella morte di tutto ciò che è irrazionale, un Caronte che deve remare senza il mare sotto ma per farti danzare sinuosamente a “seguire sempre il gatto bianco” essere sesso ma non carnale…
o non solo, in viaggio, la morte, il fare l’amore con una terra, la tua terra, la terra che ieri sera ci ha catturati, che uno guarda Margherita con le scarpe rosse sfiora tutti noi persi a sentire un uomo che diventa donna, una donna che è già uomo, mani tremanti, orgasmi come vomito di una mente aperta, che amare non è possesso, non è un numero, che amore può essere ogni graffio di matita su quelle tele che hanno “scartavetrato” ogni brandello di carne per lasciare l’istinto la passione…ancora un viaggio, spazzole su una batteria discreta, una chitarra “grezza”…note su note, e ancora l’uomo mascherato…alto…a essere la bandiera da seguire per capire il “gatto bianco” per non capirlo forse, che almeno possiamo continuare a sbagliare, che mi piace anche avere uno specchio dove guardarmi deformato, ancora lettere, ancora parole, ancora tutto…la totalità nella perfezione di un rapporto a tre …una donna un uomo un gatto…odore di sesso…mano sul ventre…ancora un bicchiere da bere…che anche sudare è un’uscita del proprio essere…sigaretta…e sguardi su quei visi…mascherati…smascherati…piedistallo con quadri di godimento per lo sguardo…che li non ci sono più maschere…e un applauso…un po’ più smarriti nella nostra terra, più accalorati e vogliosi, si esce dalla magia del Blue Dahlia…e mi passa davanti un gatto nero, selvaggio, mai servo…che puoi seguire il gatto bianco nel momento stesso che il gatto nero ti ha graffiato così tanto che sanguini copiosamente da sentire dentro te il sorriso di un abbraccio con te stesso…con il gatto bianco da seguire…mai possederlo…che questa notte era tutto questo…e non solo…che non è mai una cosa sola…ma un esserci “avvolti”…
