SIDERNO – Non ne parla quasi nessuno, ma la Locride un candidato alle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio potrebbe averlo.
E quando parliamo di candidato intendiamo uno con buone chances di essere eletto, con tutto il rispetto per le candidature cosiddette “di bandiera”, ovvero di chi si presenta sotto il simbolo del proprio partito ma, con l’attuale legge elettorale, ha possibilità di essere eletto prossime allo zero. Da qualche tempo, infatti, si parla di una nuova corsa al Senato per l’ingegnere sidernese Pietro Fuda, che nella sua lunga carriera politica ha già occupato uno scranno a palazzo Madama, oltre che i ruoli di assessore regionale e presidente della Provincia. Fuda, che nel 2011 si era ricandidato allo scranno più alto del palazzo di via Foti giungendo terzo nella contesa elettorale, sta, come ama dire lui “alla finestra” da qualche tempo, coltivando buoni rapporti con l’ex Pd Peppe Bova da almeno due anni ed entrambi sarebbero vicini al mondo socialista, il particolare al Psi di Nencini, alleato di Pd e Sel a sostegno del candidato premier Pierluigi Bersani e desideroso di restituire una presenza socialista importante nella nostra regione, col primo obiettivo di sfondare la soglia del 4% su base regionale utile ad ottenere un seggio in Senato. E chi meglio di Pietro Fuda, nell’impresa, visto che nel 2006 conquistò il posto di senatore con una lista apartitica dei Consumatori che, ciononostante, gli permise di ottenere il quorum? Al momento è un’ipotesi, quella di candidato capolista al Senato per il Psi, che ha un suo fondamento. L’ingegnere, infatti, gode di un consenso personale che ha conservato durante i suoi non rari salti della quaglia tra uno schieramento e l’altro: prima assessore regionale e presidente della Provincia in quota Forza Italia, poi senatore a sostegno del centrosinistra guidato da Prodi, quindi, dopo un breve periodo di contiguità con l’Udc, leader del terzo polo alle elezioni provinciali di due anni fa. Zig zag a parte, i voti a Fuda non sono mai mancati, forse per quel suo essere “tecnico prestato alla politica” che gli garantisce un ampio consenso da “uomo del fare” ma che può piacere anche al centrosinistra. Specie al centrosinistra locrideo che, ad oggi, non avrebbe propri punti di riferimento alle Politiche. Le scelte del Pd nazionale, infatti, hanno scontentato parecchi in zona. Soprattutto i giovani che hanno supportato con un largo consenso Cristina Commisso di Gioiosa Marina, giunta quarta alle primarie del 29 dicembre. Pur in assenza di dichiarazioni ufficiali, infatti, non è difficile cogliere il tacito malumore di una base che ritiene che le Primarie e i loro candidati non siano stati tenuti nella giusta considerazione in fase di composizione delle liste. E se per l’Udc si profila una candidatura di bandiera nella Locride, Sel punta sul contributo alla causa che darà il sindaco di Benestare Rosario Rocca, mentre i grillini hanno come punto di riferimento Aldo Albanese di Gioiosa Marina. E il Pdl? Già in serata potrebbero giungere indicazioni utili dal coordinamento regionale. La candidatura di Gianni Bilardi, braccio destro del goveratore Scopelliti e una sua elezione in Parlamento spianerebbero la strada al sindaco di Casignana Pietro Crinò, che entrerebbe in consiglio regionale in quanto primo dei non eletti nel 2010 nella lista “Scopelliti presidente”. Un buon motivo per i sostenitori della dinastia politica preaspromontana per votare in massa Pdl.
GIANLUCA ALBANESE