R. & P.
L’Italia riparte con la tanto agognata fase 2 ma la battaglia contro il nuovo coronavirus continua ed è vietato abbassare la guardia come ci spiega Domenico Tromba, Responsabile del Day Service di Endocrinologia presso la casa della salute di Siderno, Consigliere dell’Ordine dei Medici di Reggio Calabria nonchè Segretario dell’Ame Calabria.“Far partire alcune attività produttive non vuol dire che tutti possono tornare in strada. Non è ancora finita. Dobbiamo avviare un cambiamento culturale per convivere con il coronavirus. Dopo 2 mesi di lockdown per l’emergenza pandemica, circa il 60% degli italiani pensa che avrà bisogno di un supporto psicologico per affrontare il ritorno alla normalità. Ad oggi 8 italiani su 10 ritengono che il ricorso allo psicologo possa aiutare a gestire questa fase 2.Un numero molto elevato, considerando che nelle ricerche precedentemente svolte, solo il 40% degli italiani dichiaravano di essersi rivolti ad uno psicologo per sè o per un familiare. La fase 2 è la fase di convivenza con il virus e questo genera tanta paura e ansia nei cittadini. Sarà una nuova pagina che tutti insieme dovremo scrivere, dove oltre al supporto psicologico avrà grande importanza il senso di responsabilità di ogni cittadino. Fino ad oggi siamo rimasti al riparo nelle nostre case ma, uscendo, saranno ben più numerose le occasioni di un possibile contagio, che potremo scongiurare solo grazie ad un senso di responsabilità ancora maggiore. Il futuro del nostro amato Paese sarà solo nelle nostre mani. Dovremo tenere alta l’attenzione, continuare a mantenere le distanze interpersonali, indossare la mascherina dove e quando sarà necessario, lavarci spesso e con cura le mani. Più saremo scrupolosi e prima potremo arrivare alla nostra libertà. Con l’allentamento delle misure anti-covid e, quindi, la riapertura di alcune attività economiche sociali, occorre restare ancora più prudenti di prima, perché il virus circola ancora e non è stato definitivamente debellato. È importante ricominciare ma senza strafare. Gli italiani hanno dimostrato pazienza, comprensione e senso civico: ora è arrivato il momento di ripartire ma con grande responsabilità di ogni cittadino. Non esiste a mio avviso un piano ideale rispetto a un nemico invisibile che si affronta per la prima volta. Serve solo il rispetto delle regole che ormai conosciamo, questo punto è fondamentale: più saremo scrupolosi nell’osservare le indicazioni di sicurezza e prima potremo riconquistare altri spazi di libertà. Non sprechiamo quello che abbiamo faticosamente guadagnato in 50 giorni. Dovremo tutti insieme far cambiare marcia al Paese, con prudenza, decisi ad andare avanti ma senza rischiare di fermare il motore. Tocca a noi decidere se vogliamo che sia risolutiva e definitiva questa ripartenza. Il distanziamento deve essere un nostro nuovo comandamento sociale, a cui tutti dovremo rispondere.Secondo me, l’aspetto più preoccupante è che possa diffondersi la percezione collettiva d’essere fuori da una situazione emergenziale: non è così.La grandissima tragedia, che abbiamo passato e che continuiamo a ancora a vivere, può offrirci l’opportunità di rinforzare il patrimonio unico che è il sistema sanitario universalistico e solidaristico.Sento molta preoccupazione e inquietudine in giro ma sono consapevole, come tanti italiani, che non si poteva prorogare ancora il lockdown.Quindi, a questo punto, è importante guardare avanti e cercare il più possibile di limitare i rischi della ripresa; rischi che, con una media di 1000 casi al giorno e qualche milione di contagiati mai identificati, sono ancora altissimi. Quindi è solo con la nostra responsabilità, il nostro buon senso, la nostra correttezza nei comportamenti, il nostro senso civico nel dare anche l’esempio, che potremo vincere questa guerra e arrivare alla libertà che tutti noi desideriamo. Finisco con il dire: «io farò la mia parte e così ti metterò in condizione con il mio esempio di fare anche tu bene la tua”.