di Gianluca Albanese (ph. Enzo Lacopo)
LOCRI – A margine della lettura della sentenza di primo grado del processo “Faida dei boschi“, Lente Locale, grazie alla preziosa collaborazione del nostro Enzo Lacopo, ha raccolto le dichiarazioni a caldo del Procuratore Aggiunto della Dda reggina Nicola Gratteri, che ha espresso la propria soddisfazione per il contenuto della sentenza, che in larga parte ha confermato l’impianto accusatorio.
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«E’ stata – ha dichiarato Gratteri – un’operazione molto difficile, che ha coinvolto più polizie giudiziarie. In particolare, ha coinvolto Polizia e Carabinieri delle tre province, ovvero Reggio, Vibo e Catanzaro. Le dichiarazioni dei due collaboratori di giustizia, ovvero Panajia Michel, ma soprattutto Antonino Belnome, hanno permesso di inanellare, spiegando la susseguenza logica, dei fatti che costituiscono reato, contestati nel corpo dei numerosissimi capi d’imputazione».
E poi, «Dalla lettura del dispositivo della sentenza si evince, che la Corte d’Assise ha accolto quasi in pieno le richieste della Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria. Il risultato di questo pomeriggio è stato possibile grazie, non solo alla Polizia Giudiziaria, ma anche al lavoro iniziato con la collega Sara Ombra, e soprattutto – ha concluso Gratteri – nel corso dell’istruttoria dibattimentale dal collega Paolo Sirleo e dalla collega Simona Ferraiuolo».