DI SEGUITO LA NOTA STAMPA DI BRUNO GRENCI DELL’OSSERVATORIO POLITICO-CULTURALE “SPAZIO APERTO”
CAULONIA – La pasionaria renziana Debora, la Renzi al femminile, la rottamatrice che si guarda bene dall’esclamare direttamente il “verbo secondo Matteo”, ma lo rende molto ben comprensibile con altri garbati e fermi concetti; dicevamo la Serracchiani, con determinazione e fermezza, ha mollato la serracchiata dell’affondo decisivo e inequivoco nel cuore dell’intervento, quando ha pronunciato la pennellata che sembrava costruita apposta per il guru-grande vecchio della politica cauloniese: (cito testualmente) “in questo PD non conosco chi voglia fare un passo indietro; non c’è chi intende valorizzare le persone migliori per migliorare il futuro, la politica e il Paese; non si crea il meglio ma si scelgono i mediocri, perché così si rimane sempre a galla; sono tanti quelli che stanno bene così come siamo e non vogliono il vero cambiamento”.
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Brava presidente, bis, ti prego vieni più spesso perché questi sono duri di comprendonio e vogliono qualcuno autorevole come te che glielo ripeta più spesso. È andata così da almeno una quarantina di anni. Altro che i mediocri, qui sono avanzate solo le…. . A Caulonia soprattutto, e non solo. Pure in Italia, si sa. Ma qui abbiamo superato ogni record.
Ma oltre all’affondo principale Debora ha lanciato altre due o tre chicche non da meno. (fortuna che Maria Carmela Lanzetta non è venuta). C’era da prendere tempo in attesa dell’eventuale arrivo di Lanzetta e la Presidente Serracchiani non si è risparmiata. Addirittura ci sono stati momenti concitati di consultazione alla presidenza se non fosse stato il caso di aprire il dibattito: “CHEEE!! ma quando mai, come ti viene in mente? Se apriamo il dibattito qui ci massacrano; altrimenti che democratici siamo; non si parla e basta!” Così il tempo della Lanzetta lo copre la vicesegretaria nazionale del Partito Democratico. Debora parla calma e quasi senza pathos, più con la testa che con il cuore, al massimo si lascia scappare un “porca miseria”. Ma con quella vocina tagliente da ventenne in cattedra le sforbicia una ad una. A raffica.
1. La prima reprimenda è stata al piagnonismo meridionale e alla continua richiesta di soldi col cappello in mano. “noi dopo il terremoto del ’76 ci siamo rimboccati le maniche e da quella tragedia abbiamo saputo risollevarci. Il problema al sud non sono i soldi ma saperli spendere bene e affidarli alle persone giuste. Alle persone oneste!”. (e lascia intendere che coi soldi arrivati nella sola locride loro avrebbero ricostruito dieci, cento Friuli). Uno a zero e palla al centro. Da una sedia della prima fila è partito il primo applauso. Non è che all’orecchio della Serracchiani è giunta per caso la notizia che il consorzio Connecting People, finito sotto inchiesta per truffe e cattive gestioni dei rifugiati politici africani nella sua Gradisca d’Isonzo, a Caulonia era di casa e faceva pappa e ciccia con quell’amministrazione che ha “speso fino all’ultimo euro, non ha rimandato indietro nemmeno un centesimo, niente. Hanno speso tutto”; parola in diretta del protagonista “principale”.
2. Il secondo tiro in porta la vicesegretaria nazionale del PD ce l’ha per “Il partito e il sindacato: devono capire e interpretare il cambiamento prima che questo si verifichi, per saper costruire e agevolare le proprie proposte e gli adattamenti. E negli ultimi tempi né il partito né il sindacato hanno fatto ciò”. Brava vicesegretaria, anche perché spesso partito e sindacato, qui come altrove, sono la stessa cosa. Un grumo avariato nauseabondo di burokràzia vetero- sovietica.
3. il terzo è un contropiede: “quando si fa politica a lungo e si rimane nelle amministrazioni pubbliche per tanto tempo si finisce per famigliarizzare. Si! ci si porta dentro i parenti, gli amici stretti, i fidati, gli yes-man.” (Insomma, vicesegretaria, volevi dire … quella parola che non mi viene … il … il … il familismo! Benedetto iddio, cara Debora, ma dovevo suggerirtelo io che si dice familismo? Abbiamo capito, volevi essere soft e non sparare la cosa troppo diretta. Ma io purtroppo avevo la consegna del silenzio, e non potevo parlare per via di quel bene-maledetto megafono).
4. sulla ndrangheta l’onorevole Serracchiani è stata abbastanza chiara e netta. “se da una parte invochiamo e vogliamo lo Stato, allora dobbiamo scegliere di stare dalla parte dello Stato”. Le ambiguità gli ammiccamenti e le mezze verità non valgono. Questa sembra fatta apposta per la “riviera”, “il garantista” e i suoi accoliti.
Ma non è possibile cara Debora. Li hai già “asfaltati” tu. Pensa se avessimo parlato pure noi. Li avremmo fatti arrossire di vergogna. Le cose che hai detto sembrano tagliate a misura per questi piddini e sindacalisti cauloniesi. Non ci sarà stata qualche gola profonda o suggeritore ad aver fatto la sua parte? Non vogliamo crederci. Tutti i renziani sono persone per bene e non cadono in questi piccoli cabotaggi. Anche se a vedere le facce “Aperte e Spazianti” della prima fila, gongolanti e che davano il là agli applausi, sembrerebbe proprio di si. Qualcuno in altri tempi avrebbe parlato di imboscata. A ri-brava cara vicesegretaria, ti a-riprego, vieni più spesso. Loro non hanno capito ancora che “la musica ha da cambià”, ma pure i musicanti .
Glielo avevo detto io già dallo scorso novembre, (risulta dalle pagine di Calabria Ora): passate con Renzi, passate con Renzi; perché Renzi vincerà. Niente! Non hanno voluto ascoltarmi. Hanno voluto sostenere Cuperlo, e ha vinto Renzi; poi hanno sostenuto Canale, e ha vinto Magorno, (ancor prima avevano sostenuto Bersani, e sappiamo com’è andata a finire). Ora gli tocca assorbirsi Serracchiani che li fustiga, e loro applaudono. Ci vuole faccia dura, e incoscienza. Spero che oggi stesso almeno si dichiarino per Callipo. Altrimenti era meglio il buon Minniti. Minniti! Dove sei, giuro che non vengo più col megafono!