R. & P.
Luigi Incarnato paventa il rischio di un blocco dell’intero servizio idrico calabrese se non si affrontano in tempi rapidi riforme strutturali di un sistema che lui conosce molto bene, come attuale commissario Liquidatore della Sorical e prima ancora come Assessore regionale ai Lavori Pubblici della Giunta Loiero.
Le problematiche sono sempre le stesse e ben note.
Ci sono problemi economici, dovuti ai Comuni che non riescono a pagare le forniture idriche, vuoi per le difficoltà finanziarie in cui versano vuoi perché non riescono a rientrare del dovuto attraverso le bollette ai cittadini.
Ci sono problemi dovuti alle reti fatiscenti, agli allacci abusivi, a ingenti quantità di prezioso liquido che rappresentano un ulteriore costo per le amministrazioni comunali e per i cittadini.
Ci sono problemi dovuti alla governance. È inutile girarci attorno: sappiamo bene che la soluzione per l’intera classe politica, da destra a sinistra, sarebbe quella di affidare il servizio a un privato, ma sappiamo anche bene che la gestione dell’acqua in Calabria non è al momento appetibile. Da quando è stata approvata la legge di riordino del servizio idrico l’intenzione è stata sempre quella di rendere la Sorical soggetto gestore a capitale interamente pubblico, sostituendo quella Veolia che tanti danni ha provocato nella nostra regione, tra il business dell’acqua e quello dei rifiuti. Magari rimettendo a posto il settore, con investimenti pubblici, per renderlo nuovamente appetibile agli interessi dei grandi affaristi.
Una strada alternativa, realmente rispettosa dell’esito referendario del 2011, era stata tracciata nella proposta di legge di iniziativa popolare promossa dal Coordinamento Acqua Pubblica Bruno Arcuri, sottoscritta da 11mila calabresi e cancellata nel corso dell’attuale legislatura senza neanche essere discussa. E questa strada consiste nel creare un soggetto gestore veramente pubblico, e non una società per azioni che per sua natura deve rispondere alle leggi del mercato e del profitto. Un soggetto pubblico e partecipato, che coinvolga i territori e i suoi cittadini, ribaltando il modello degli ATO che rappresenta troppo spesso uno strumento che penalizza i Comuni più piccoli e periferici, cancellandone ogni ruolo.
La gestione dei servizi pubblici locali, di tutti i servizi, a partire proprio dal più importante come quello idrico, se tesa al benessere dei cittadini e dei territori e non a quello di banche e Borsa, può rappresentare il principale fattore di sviluppo per le nostre comunità e per le economie locali. Ed è in questa direzione che va l’impegno di Potere al Popolo!
Potere al Popolo – Calabria