LOCRI – Con una serie di condanne pesantissime, e qualche assoluzione a sorpresa, poche ore fa il Tribunale penale di Locri ha chiuso il primo capitolo del processo Shark, che vede coinvolte diverse persone ritenute aggregate, o comunque vicine, al clan Cordì, accusate di vari reati, dall’associazione a delinquere di stampo mafioso, all’ estorsione, all’usura, al riciclaggio di denaro, ai reati di danneggiamento, minacce e furto. Il collegio, composto dai giudici Alfredo Sicuro, Adriana Cosenza e Giovanna Sergi, accogliendo le richieste del sostituto procuratore della Dda, Antonio De Bernardo, ha pertanto condannato: Gerardo Guastella alla pena di diciotto anni e mesi sei di reclusione ed € 8.000 di multa; Antonio Bonavita alla pena di 12 anni di reclusione e alla multa di € 26.100; Pasquale D’Ettore alla pena di anni nove di reclusione; Franco Maiorana alla pena di anni due di reclusione ed € 5.000 di multa; Fabio Modafferi a due anni e sei mesi di reclusione; Rocco Aversa a anni 4 e mesi dodici di reclusione e € 12.500 di multa; Rocco Iennaro alla pena di anni 2 e mesi otto di reclusione e ad € 800 di multa; Vincenzo Cecere alla pena di un anno e sei mesi di reclusione e alla multa di € 4.500,00. Pena sospesa per quest’ultimo e per Franco Maiorana. Assolti Salvatore Giuseppe Cordì, per il quale il Pm aveva chiesto 16 anni; Leonardo e Giuseppe Zucco e Francesco Tedesco mentre riguardo a Luca Leonardo Bonfitto è stato dichiarato il non luogo a procedere per prescrizione del reato. Gli imputati sono stati anche condannati a risarcire in varia misura le parti civili: Luca Rodinò e Rocco Rispoli, Provincia di Reggio Calabria, Regione Calabria, Comune di Locri, Fondazione Santi medici Cosma e Damiano e Fondo di solidarietà anti usura.
La sentenza, attesa tutto il pomeriggio, è stata letta intorno alle 19 al cospetto di un aula gremita di avvocati, giornalisti e forze dell’ordine. Presente il capitano Nico Blanco e una folta delegazione di carabinieri del comando di Locri che, insieme agli agenti del Commissariato di Siderno, hanno condotto le indagini che hanno dato il via al procedimento.
ANTONELLA SCABELLONE
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