di Gianluca Albanese
SIDERNO – “La Bandiera Blu, sicuramente è un pregio per tutti noi cittadini ma, il suo mantenimento è completamente a carico dei balneari”.
Ne è convinto il consigliere comunale di opposizione Antonio Cosimo Pio Trimboli che è intervenuto nel dibattito cittadino che sta coinvolgendo tutta la categoria dei gestori di lidi.
“A proposito di docce – ha scritto Trimboli in una nota inviata agli organi d’informazione – , in questo particolare momento, in cui l’intera nazione è nella morsa di una siccità che non si vedeva da tempo, il presidente di Assobalneari sez. Siderno, Dominick Figliomeni, aveva chiesto a nome suo e di tutti i balneari sidernesi, all’amministrazione comunale, di poter utilizzare l’acqua non potabile (già utilizzata a scopi irrigui) per il collegamento alle docce, poiché queste, come tutti i terminali della rete idrica negli stabilimenti, sono collegate alla rete di acqua potabile. A parte – spiega il consigliere de “La Nostra Missione” – la pesante bolletta che si vedranno addebitare i titolari di stabilimento balneare, il problema principale è la dissipazione di acqua potabile in estate, periodo dell’anno in cui, a causa dell’aumento degli abitanti fluttuanti e delle necessità della popolazione, si incorre in gravi crisi idriche che lasciano intere zone prive di acqua nelle principali ore del giorno”.
Da qui la spiegazione per il rammarico evidenziato perché, come ha aggiunto Trimboli “non ci sarebbe stata nemmeno la necessità di analizzare l’acqua dei pozzi e verificare se la stessa fosse idonea all’utilizzo per le docce negli stabilimenti, infatti la stessa viene utilizzata per le docce installate dal Comune nella spiaggia libera. A quanto pare – chiosa – tale diniego sarebbe imputabile a mere considerazioni di carattere economico e tributario”.
E se la proposta di AssoBalneari avrebbe contribuito a quella che viene definita da Trimboli “una non irrilevante azione di contrasto alla crisi idrica e una dimostrazione di vicinanza ai balneari, che già sono stati penalizzati con una triplicazione del canone annuale ad opera dello Stato ed una fantomatica anticipazione e posticipazione della stagione balneare” quest’ultima, secondo il consigliere di opposizione “non trova alcun riscontro con i limiti imposti dalla concessione demaniale degli stabilimenti balneari, che di fatto è rimasta invariata rispetto agli anni precedenti e – conclude – va dal 15/06 al 15/09”.