di EMANUELA ALVARO
SIDERNO – La Città avrà l’ufficio del Giudice di Pace. Con questa notizia, ringraziando il Ministro di Grazia e Giustizia e il presidente del Tribunale di Locri, il primo cittadino, Pietro Fuda, ha dato avvio al suo intervento nel consiglio comunale urgente e straordinario chiesto all’indomani dell’operazione della Dia Acero-Krupy.
«Siamo finiti in una gogna mediatica senza precedenti – ha tuonato – In assenza di qualsiasi iniziativa giudiziaria si è inteso montare un processo mediatico nel filone del pensiero che ritenevamo superato, che la politica è “sangue e merda”. Non intendo affrontare analisi sociologiche sull’andamento dei flussi dei voti di ‘ndrangheta. Mi auguro solo che il Parlamento, nell’interesse di tutti i partecipanti alle competizioni politiche, voglia decidere chi può e chi non può votare. Fino a quando non si risolve questo problema saremo tutti ostaggio della commedia degli equivoci».
I lavori dell’assise comunale sono stati avviati dal presidente Paolo Fragomeni che, insieme al consigliere Giuseppe Figliomeni è stato chiamato in causa per quanto inserito nel decreto di fermo. Fragomeni ha parlato di una convocazione in seduta straordinaria ed urgente decisa come atto di chiarezza verso tutti i cittadini, sottolineando come questo è necessario dopo la pubblicazione di stralci del decreto di fermo pubblicati in questi giorni.
«Siamo contrari alle mafie – ha ribadito Fragomeni – perché ciò è connaturato alla nostra formazione culturale, etica e politica». Il presidente ribadisce come la decisione della convocazione dell’assise comunale non è stata presa per una sorta di autodifesa o difesa di un’amministrazione comunale che si protegge da sola con il lavoro che sta producendo.
«Sosteniamo senza riserve – ha proseguito – ogni azione e ogni sforzo delle forze dell’ordine e della magistratura nel difficile compito quotidiano della difesa dell’ordine pubblico».
Un consiglio comunale voluto da tutti come ha ricordato nel suo intervento il consigliere di maggioranza, Giuseppe Figliomeni il quale si è detto pronto a fugare a chiunque ogni dubbio sulla sua elezione e sulla conduzione della campagna elettorale. Il consigliere ha parlato di scenari assolutamente lontani dalla sua vita, quelli che su cui in questi giorni i giornali hanno posto l’accento. Ha fatto un breve excursus del suo passato politico avviato sin dal liceo, proseguito all’università e poi con la campagna elettorale che lo ha portato ad ottenere un risultato importante in termini di voti. Voti che il consigliere Figliomeni ha ribadito provenire prima di tutto dalla propria famiglia, una delle più ampie di tutto Siderno e poi dai propri amici e dalla relative famiglie. Figliomeni si è chiaramente soffermato sulle intercettazioni alle quale ha detto di aver provato senza riuscirci a dargli un senso.
«Né questa amministrazione né io abbiamo ceduto, derogando volontariamente alle regole, a pressioni indebite, di oscura provenienza. Noi vogliamo fare scelte politiche autonome, consapevoli, magari discutibili, ma non sospettabili».
L’assise è proseguita con l’intervento del consigliere di minoranza Michele Cataldo, il quale ricordando come legalità e trasparenza sono dei punti fermi della lista civica Volo, chiedendo che nell’eventualità ci fosse anche solo una possibilità di inficiare quello fino ad ora fatto dall’amministrazione in carica, si dovranno prendere opportune decisioni a tutela della collettività.
«Io non ho mai chiesto le dimissioni di nessuno e non ho intenzione di farlo. Il giorno dopo l’operazione abbiamo fatto un consiglio comunale e in quella sede con Michele Cataldo – ha parlare è il consigliere Pietro Sgarlato – abbiamo chiesto la convocazione al presidente Fragomeni. Non ho fatto alcun tipo di speculazione! Il giorno dopo abbiamo provveduto ad una richiesta ufficiale a seguito delle dichiarazioni del sindaco che ha affermato di non ritenere necessario un confronto politico. Contrariamente a quanto successo qualche anno fa, quando sono stato io a trovarmi in questa situazione, periodo nel quale il capogruppo PD di allora, Mimmo Panetta, ha avviato un balletto di dichiarazioni arrivando a paventare dimissioni poi congelate. Mi aspettavo un confronto serio sul problema, ma dagli interventi fino ad ora non credo sia stato così. Purtroppo le notizie apparse si rifanno ad un capitolo specifico del decreto di fermo. Le dichiarazioni che mi hanno sconvolto e che 500 persone potrebbero essere pronte a commettere reati gravi. Siderno non merita questo. Io chiedo a te sindaco, alla giunta e al consiglio tutto un’assunzione di responsabilità netta per spazzare via ogni dubbio. Possiamo essere più forti della ndrangheta solo offrendo maggiore sicurezza, maggior lavoro e maggiori servizi. La buona politica questi risultati li può raggiungere. Oggi dobbiamo prendere una posizione netta e la politica deve dare un segnale forte».
A prendere la parola anche i consiglieri del Partito Democratico. Carlo Fuda ha ripercorso il periodo prima, durante e dopo le elezioni, ricordando cosa non è andato bene per il PD e come il partito ha lavorato e lavora per la Siderno laboriosa. «Non è tempo di personalismi, ma di risposte forti contro ogni forma di illegalità». Al sindaco ha chiesto un cambio di passo e di andare contro ogni personalismo creato ad arte da qualcuno e viaggiare spediti per la rinascita di Siderno.
Essere trasparenti, anzi cristallini, questo ha chiesto a tutto il consiglio comunale, Maria Teresa Fragomeni.
«Dal 2001 sono consigliere e da sempre si parla di legalità e trasparenza, ma i risultati sono stati ben altri. Sindaco mi appello a lei, dobbiamo sgombrare ogni possibilità di scioglimento per mafia. Dobbiamo evitare che legalità e trasparenza restino lettera morta. Noi del Pd nel ribadire pieno sostegno all’amministrazione chiediamo che
Il consiglio comunale si è concluso con l’approvazione di una proposta di documento: «Si ritiene necessaria una precisa assunzione di responsabilità da parte di questo consiglio comunale e del governo della città attraverso una dichiarata scelta di campo che non lasci spazio a zone grigie che, se non chiarite, andrebbero a ledere l’immagine e l’onorabilità della città di Siderno. Per questo motivo, al fine di contribuire a scongiurare il rischio di provvedimenti amministrativi che si rivelerebbero devastanti per il futuro di Siderno, il Consiglio comunale delibera di avviare un’azione straordinaria di ricognizione di appalti, affidamenti di rapporti di fornitura e di incarichi professionali, stabilendo delle gare a evidenza pubblica per tutti questi tipi di contratto.»