di Antonella Scabellone
SIDERNO- Uno strano furto che avrebbe potuto comportare conseguenze gravi per l’ambiente ma che fortunatamente si è risolto senza danno alcuno. E’ quello avvenuto sabato scorso al depuratore consortile dove ignoti hanno portato via un grosso cavo in rame della lunghezza di circa 200 metri.
Il cavo, tra l’altro ben nascosto e non facilmente individuabile, serve ad alimentare la pompa di sollevamento dei liquami per introdurli ne procedimento di depurazione.
La triade commissariale composta da Eugenio Pitaro, Maria Cacciola e Francesco Tarricone, supportata dai carabinieri di Siderno guidati dal maresciallo Luigi Zeccardo, intuendo la necessità di un intervento d’urgenza (il rischio era che la vasca di raccolta dei liquami si sarebbe potuta riempire e gli stessi sarebbero stati riversati in mare) si è da subito attivata per trovare un cavo da sostituire a quello rubato e, anticipata la spesa per acquistarlo (circa tremila euro), è riuscita a risolvere in tempi insperati il problema.
I ladri hanno potuto agire indisturbati trovandosi il depuratore in una zona piuttosto isolata, ma ciò che sorprende è l’oggetto del furto che essendo ben nascosto, e poco visibile, fa pensare che chi ha agito conoscesse molto bene lo stato dei luoghi.
Sul fatto stanno indagando i carabinieri di Siderno anche se al momento non pare che ci siano persone sospettate.
I furti di materiale in rame sono sempre più frequenti, e non solo nella Locride. La ragione è da ricercare nei buoni guadagni che si ottengono nel riciclare il materiale che, a quanto pare, è ben pagato nel mercato dell’ illecito.