SIDERNO – Nel mezzo della cammin della consiliatura Fuda, molti intravedono una selva oscura fatta di maggioranza risicata, contestazioni reiterate alla gestione dei consigli comunali e uno stato dell’arte delle opere compiute dall’esecutivo piuttosto deludente. Sono dei rumors cittadini che, inevitabilmente, si riverberano nel dibattito politico che, specie in consiglio comunale, appare sempre fin troppo animato.
Dai banchi dell’opposizione, il consigliere forzista Sgarlato ha chiesto, pochi giorni fa, una discussione sul ruolo della presidenza del consiglio (rivestito da Paolo Fragomeni) mentre il Pd, da tempo, aveva preannunciato e successivamente reiterato, per bocca del consigliere Carlo Fuda, la richiesta di azzeramento di tutte le cariche cittadine: da quelle in giunta alla stessa presidenza del consiglio.
Gli attacchi del veterano democrat, per la verità, furono sempre rintuzzati dal sindaco Pietro Fuda, ma da un paio di settimane si sta facendo largo l’ipotesi di un rimpasto di giunta.
Di cose se ne sono sentite e scritte tante. Per fare un po’ di chiarezza, Lente Locale ha contattato il capogruppo del Pd in consiglio comunale, nonché segretario del circolo cittadino, Mariateresa Fragomeni, che ha offerto al cronista la propria visione dell’attuale momento delle dinamiche politiche cittadine.
La Fragomeni ha premesso che «Qualche giorno fa il sindaco Fuda mi ha manifestato, telefonicamente, la volontà di incontrarmi, ma ancora non ci siamo visti. Attendiamo, dunque, quelle che saranno le sua proposte ed eventuali determinazioni, e se il caso lo richiederà, avvieremo un momento di discussione interna al direttivo e all’assemblea del circolo».
La leader cittadina del Pd, ripete che «Il nostro partito non ha preclusioni di sorta né vuole ragionare sulla base di rapporti personali o, men che meno, desiderio di rivalsa. Aspetteremo cosa avrà da dirci il sindaco e speriamo che proponga qualcosa che vada nella direzione di un miglioramento della vita amministrativa di Siderno che, al momento, appare inadeguata a soddisfare le esigenze della cittadinanza che pur tributò, più di due anni e mezzo fa, un grande consenso all’allora coalizione con a capo Pietro Fuda».
Già, l’allora coalizione. Col passare dei mesi, uscirono dalla maggioranza sia il gruppo del Pd che il capogruppo del Pci Sgambelluri il consigliere De Leo, eletto nella lista del Centro Democratico, tanto che da diversi mesi la maggioranza che sostiene il sindaco è appesa a un voto.
La Fragomeni ribadisce che nei ruoli chiave dell’amministrazione cittadina, ritiene che il suo partito non sia rappresentato.
«Checché ne dica il sindaco – ha riferito a Lente Locale – né l’indipendente Anna Romeo (vicesindaco e assessore all’Ambiente) e né il presidente del consiglio comunale (al quale il Pd non ha rinnovato la tessera, visto che non ha accettato la richiesta di dimettersi dall’incarico) ci rappresentano. Entrambi – ha continuato la Fragomeni – si sono rivelati inadeguati e la scelta caduta su di loro non rispetta la volontà degli elettori: è vero che sono stati eletti con la lista del Pd, ma c’è chi ha preso molti più voti di loro tra i consiglieri eletti, segno che molti più elettori avrebbero voluto attribuire ai primi tre consiglieri eletti nella nostra lista incarichi amministrativi».
E se è prematuro sapere se si procederà davvero a una ridiscussione dei ruoli chiave in giunta e alla presidenza del consiglio, appaiono meno granitiche le certezze del mantenimento del ruolo in giunta di alcune figure, particolarmente discusse. Anna Romeo, per esempio, non avrebbe più il feeling iniziale con sindaco Fuda, così come l’assessore al Bilancio Gianni Lanzafame avrebbe manifestato al primo cittadino il proprio disagio.
Basta questo per pensare a un imminente impasto di giunta?
Al momento non lo sappiamo.
La Fragomeni, però, pone una precondizione essenziale per poter preludere all’ingresso dei propri rappresentanti nei ruoli chiave dell’amministrazione cittadina, ovvero «La sottoscrizione preliminare di un patto per la legalità e trasparenza che deve ispirare ogni atto dell’amministrazione comunale».
Dal sindaco, intanto non trapela alcunché, se non un’occasionale irritazione che in alcuni momenti diventa agitazione, per via degli eccessivi carichi di lavoro a cui verrebbe sottoposto. Secondo i bene informati, infatti, in molte questioni poste dai cittadini, mancherebbe il giusto filtro da parte degli assessori, tanto che i faldoni si accumulerebbero sempre di più sulla scrivania del primo cittadino.
Da qui a dire che l’esecutivo comunale si sta via via trasformando in un organo monocratico ce ne passa. Di sicuro, però, se c’è un momento in cui l’ipotesi di rivedere alcune cariche cittadine potrebbe prendere corpo, sembra essere questo.
Certo, i problemi relativi alla redistribuzione degli incarichi sarebbero molteplici, vista la composizione eterogenea della maggioranza originaria, e il fatto che gli equilibri tra le varie componenti non sono facili da trovare. Fattore Comune e Centro Democratico, infatti, difficilmente sarebbero disposti a cedere le loro presenze in giunta o limitarle (nel caso del Cd a una sola) e le richieste del Pd potrebbero non essere a buon mercato, per usare un eufemismo.
Toccherà come sempre al sindaco provare a sbrogliare questa matassa, ma tutto dovrà passare da questo faccia a faccia col gruppo del Pd che, se tornasse in maggioranza è vero che darebbe maggiore tranquillità dal punto di vista dei numeri in consiglio, ma non intenderà giocare un ruolo marginale in seno alla maggioranza.
Sono ore calde, dunque, e non solo per le condizioni meteo.