RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:
Egr. Direttore,
VOLO è schierato per il NO. La posizione è stata resa pubblica dalla costituzione di un comitato referendario che a breve assumerà iniziative importanti.
Le ragioni sono note a tutti, in questi giorni è un proliferare di opinioni e motivi che portano alla scelta predetta. C’è chi evidenzia l’illegittimità di questo Governo, il paradosso che una riforma costituzionale provenga da un esecutivo e non da un’assemblea eletta, chi invece (e giustamente!) evidenzia i disastri di quelli che alcuni chiamano “schiforma”, cioè la perdita di sovranità, la menzogna della riduzione della spesa pubblica, l’asservimento agli interessi del governo di una delle due camere e così via.
Tutte ragioni condivisibili, ma quello che più di tutti spaventa è la commistione di detta riforma con l’Italicum, la nuova legge elettorale. Una sola camera, governata dal partito di maggioranza che, raggiunto il 37% dei consensi imporrà la sua legge al Paese. Alla faccia della democrazia!
E’ proprio vero che l’uomo non ha memoria, eppure il fascismo, la legge Acerbo che ne garantì la presa del potere non sono poi così distanti.
A differenza di molti non penso di vivere in un sistema democratico perfetto, il bilanciamento dei poteri è spesso una chimera e la stessa nostra Costituzione, che a differenza di noti comici, non fa breccia nel mio cuore, non è perfetta. E’ rigida, lunga, pesante, forse barocca, certamente figlia del momento storico, necessaria allora, quando si trattava di pacificare un paese. Oggi necessita invece di essere rivista, di essere resa più snella, aderente alla velocità dei tempi. Quello che però è irrinunciabile è il principio di democrazia: il popolo governa (e deve governare), non le oligarchie, non le multinazionali. No, non sono fuori tema, proprio le multinazionali. Oggi ho letto uno strano articolo che sosteneva che la banca J. P. Morgan in un documento del 2013, in nome del capitalismo vincente, aveva indicato quattro difetti delle Costituzioni (da lei ritenute socialiste) adottate in Europa nel dopoguerra: a) una debolezza degli esecutivi nei confronti dei Parlamenti; b) un’eccessiva capacità di decisione delle Regioni nei confronti dello Stato; c) la tutela costituzionale del diritto del lavoro; d) la libertà di protestare contro le scelte non gradite del potere.
Strane coincidenze? Mi auguro a questo punto che questo documento sia la solita bufala giornalistica, ma se fosse vero?
Giuseppe Caruso
VOLO