di Redazione
SIDERNO – «Abbiamo aspettato che l’impianto TMB di Contrada San Leo venisse svuotato delle centinaia di tonnellate di umido, ben oltre i 15 giorni necessari che, a detta dei tecnici sia regionali che dell’impianto, servivano per conferire il rifiuto in discarica. Abbiamo sperato, in questi giorni, che l’ormai famigerata “puzza” andasse scemando! Ma così non è stato!! Anzi, la “puzza nauseabonda” è stata addirittura sentita in luoghi ed orari diversi da dove si sentiva abitualmente, e cioè in posti lontani anche diversi chilometri dall’impianto. La cittadinanza esasperata proclama da questo momento lo stato di agitazione, premessa di ulteriori azioni di protesta civile a tutela del diritto alla salute sancito dalla Costituzione della Repubblica Italiana».
{loadposition articolointerno, rounded}
Il movimento “Siderno Libera – progressisti per l’Unità”, il Partito Democratico, l’associazione “Cambi@menti”, Sel Locride, Sinistra in Movimento, il movimento “Locrinasce” e il gruppo consiliare “Impegno e trasparenza – Locri” con un comunicato congiunto chiedono a gran voce che venga riconvocato il tavolo costituitosi lo scorso agosto per aver contezza della reale situazione ed i successivi passi che si intenderanno compiere.
«Nel frattempo, però, abbiamo letto alcune dichiarazioni che l’ingegnere Bruno Gualtieri, dirigente del Settore Ambiente della Regione Calabria, ha rilasciato ad un periodico locale. A detta sua – si legge nella nota congiunta – “Il problema dei gas mefitici che esalano nelle zone circostanti è dovuto a dei problemi di filtraggio e di gestione non corretta. Viste le omissioni precedenti, saremo costretti a indire una gara d’appalto per la quale occorreranno mesi. In sé il problema tecnico richiede poche ore di lavoro: un assurdo controsenso. Un altro dei clamorosissimi problemi che generano questo tipo di effetti collaterali è la mancanza di conferimento agli impianti di materiale legnoso o semilegnoso”. Ed ancora che: “se i cittadini non vogliono più sentire puzza, devono mettersi una mano sul cuore e farsi un esame di coscienza, perché sono tra i primi colpevoli”. Queste provocazioni non solo le respingiamo con fermezza, ma le rimandiamo al mittente!!!».
I firmatari del comunicato evidenziano il proprio impegno affinché i diretti interessati, con in testa l’ingegnere Gualtieri, si prodighino per la risoluzione della problematica che agli stessi appare ancora lontana. «Chiediamo – si conclude così il comunicato – che i soggetti istituzionali che hanno assunto impegni precisi dinanzi alla cittadinanza rendano conto alla stessa delle azioni intraprese e delle motivazioni che ancora oggi non hanno consentito la risoluzione del problema».