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A dare testimonianza della propria realtà comunicativa è stato chiamato a presenziare nientepocodimenoché il neo arcivescovo di Napoli, nelle vesti di relatore avente quale tematica “Essere connessi. So-stare nelle relazioni…”. Un leitmotiv che è poi il leitmotiv della vita quotidiana di ogni giorno con il pastore partenopeo, di origini calabresi, molto atteso e che non ha affatto deluso le attese grazie al suo apprezzato pensiero orante essendo “oratore nato”, ed in modo semplice e diretto come egli sa essere anche di fronte ad una platea di ragazzini e ragazzine con cui soffermarsi calamitando l’attenzione.
di Antonio Baldari
L’istituto comprensivo “Pascoli-Alvaro” di Siderno non lascia, anzi raddoppia. Dopo avere tenuto soltanto il decorso sabato 25 novembre un primo seminario concernente l’uso intelligente delle nuove tecnologie rivolgendosi in modo particolare ai genitori, nella mattinata di giovedì 30 è nuovamente tornato sulla scottante tematica e sempre nell’aula magna dell’Istituto d’istruzione superiore “Guglielmo Marconi” di Siderno.
In tal caso è stato è stato registrato l’intervento della dottoressa Francesca Cartella’, pedagogista clinico, che ha sviluppato l’argomento inerente “Il valore della relazione educativa”, con cui si è chiaramente data l’apicale importanza alla comunicazione rapportandosi con il proprio interlocutore, con il proprio prossimo; e di prossimo in prossimo, a dare testimonianza della propria realtà comunicativa è stato chiamato a presenziare nientepocodimenoché monsignor Mimmo Battaglia, arcivescovo di Napoli, nelle vesti di relatore avente quale tematica “Essere connessi. So-stare nelle relazioni…”.
Un leitmotiv che è poi il leitmotiv della vita quotidiana di ogni giorno con il neo pastore partenopeo, di origini calabresi, molto atteso e che non ha affatto deluso le attese grazie al suo apprezzato pensiero orante essendo “oratore nato”, in buona sostanza, ed in modo semplice e diretto come egli sa essere anche di fronte ad una platea di ragazzini e ragazzine con cui soffermarsi calamitando l’attenzione: “E’ bello per me essere qui con voi, con voi voglio sentirmi libero non perché altrove non lo sia, però sinceramente quando guardo i vostri volti, scruto i vostri occhi per me è bellissimo – ha esordito con il dire don Mimmo – sentirmi libero in mezzo a voi e con voi ed è la prima cosa sulla quale vi invito a riflettere, la libertà…la libertà che è una conquista continua, che va di pari passo con un’altra parola, responsabilità, vi auguro la libertà di essere responsabili e la responsabilità di essere liberi”.
Di lì a poco, pian pianino entrando nelle grazie degli studenti con una filastrocca di Rodari, chiede “Voi, in questo momento particolare che state vivendo, per l’età che avete, state mangiando la buccia o state mordendo la vita? La buccia o la vita? – richiamando subito per il chiacchiericcio, che andava prendendo piede, con disarmante dolcezza – non esiste comunicazione se non c’è ascolto, la prima cosa che dobbiamo imparare è quella di ascoltare, perché se non c’è ascolto non c’è accoglienza, e se non c’è accoglienza non c’è comunicazione – così Sua Eccellenza – è importante mettersi in ascolto dell’altro perché l’altro, nel momento in cui parla, ti sta raccontando qualcosa della sua vita. La cosa più triste è quando l’altro parla e tu fai finta che non ci sei, quello significa farsi male e fare del male, lo dico per voi e per il vostro stare insieme”.
Ed ancora, il racconto di un episodio quando l’arcivescovo di Napoli stava in aeroporto, a Lamezia Terme, perché aveva l’aereo alle sei di mattina “E partivo dal mio paese, da Satriano, ed immaginate a che ora mi sia alzato, lì mi rendo conto che c’ero io ed una mamma con la figlia di dodici anni, ad un certo punto arriva uno dei personaggi di “Amici” che tornava da una serata da chissà dove – narra don Mimmo – e la mamma che diceva alla figlia di fare una foto con questo qui e la figlia che si vergognava, e la mamma che ad ogni costo voleva la foto, io vi chiedo quali sono i vostri punti di riferimento? C’è un vuoto incredibile, sabato sera voi siete davanti alla Tv a guardare “Amici” perché lì c’è la verità, perché oggi comanda Maria De Filippi e quello che vi sta facendo vedere è tutto vero ma decidete voi, ragazzi, decidete con la vostra testa e soprattutto perché i vostri anni, questi anni, non torneranno più”.
Finale dedicato ad un’altra storia nella storia di don Mimmo Battaglia, un uomo di Chiesa perché ama stare dentro la Chiesa, non volendo restarne fuori, oggi a Napoli dove esce la sera a prendersi cura dei poveri, dei dimenticati; anche e soprattutto per questo l’invito finale è da applausi: “Ragazzi, appassionatevi alla vita, altro che social!” – ha epilogato l’arcivescovo Battaglia e giù applausi. Convinti. Scroscianti. Comunicanti.