di Gianluca Albanese
SIDERNO – Si complica ancora di più la vicenda relativa alla piscina comunale di Siderno, chiusa e inutilizzata da più di quattro anni e che ora, ancora una volta, sarà oggetto di esame da parte del Tribunale di Locri. La Siderno Nuoto Ssd, e i dottori Pietro Armando Crinò, Francesco Fiscer e Antonino Strangio, infatti, hanno citato in giudizio il Comune di Siderno, chiedendo i danni per inadempimento.
Per la verità, era in atto una transazione tra le due parti, ma non essendo giunta ancora a soluzione, Crinò, Fiscer e Strangio hanno dato mandato ai propri avvocati di citare in giudizio il Comune che nel 2000 si era impegnato a concedere il godimento dell’impianto per 30 anni alla società che, dal canto suo, si era obbligata a realizzare l’impianto.
Seguirono, dopo i primi anni di fiorente attività, le vertenze tra le due “anime” della struttura: quella della palestra (gestita dal Club Leon), quella della piscina (gestita da Siderno Nuoto) e quella della riabilitazione (a cura della Studio Radiologico sas).
Nel 2011, l’allora commissario prefettizio Rosalba Scialla, con una delibera (più volte contestata dagli avvocati della controparte) applicò la clausola risolutoria contestando la cessazione delle attività sportive. Un atto, al quale fecero seguito altre delibere (sempre in tale direzione) adottate dalle successive gestioni commissariali, che però è sempre stato contestato in quanto gli avvocati della controparte sostengono che in questi casi il Comune deve agire come soggetto sottoposto al diritto privato e non in posizione sovraordinata. Dunque, viene contestata l’illegittima risoluzione del contratto di concessione della struttura.
Nel frattempo, il Comune di Siderno si è accollato i mutui e ha cambiato la serratura della struttura, diventando, in attesa di risolvere le pendenze con le società coinvolte, mero custode dell’impianto, con l’obbligo di curarne l’ordinaria amministrazione e di riscuotere i canoni di locazione da chi sta occupando parte della struttura, anche se avrebbe incassato soltanto una mensilità.
Tra l’altro, secondo un recente parere espresso dall’attuale collegio difensivo del Comune, l’Ente non sarebbe proprietario della struttura, perché questo status non si acquisirebbe con una semplice delibera adottata con i poteri della giunta.
Per tutta questa serie di ragioni, e per la soluzione delle pendenze arretrate, era in atto una transazione stragiudiziale tra il Comune e la Siderno Nuoto, e, in attesa della sua definizione, i soci di quest’ultima Crinò, Fiscer e Strangio hanno preferito citare in giudizio il Comune di Siderno che, a sua volta, si è costituito mediante il proprio collegio di difesa. L’udienza è stata fissata per il prossimo 13 settembre.
Nel frattempo, come se non bastassero le vertenze e i ricorsi che di fatto impediscono l’utilizzo della piscina da diversi anni (tanto che la stessa si sarebbe deteriorata e necessiterebbe di interventi di ripristino quantificabili in una somma superiore ai 150.000 euro) spunta la questione sollevata dai consiglieri Mariateresa Fragomeni, Carlo Fuda, Salvatore Pellegrino e Giorgio Ruso, tramite un’interrogazione al sindaco Pietro Fuda presentata lo scorso 2 febbraio e rimasta tuttora senza risposta.
Oggetto dell’interrogazione, è la sopravvenuta creazione di una nuova società che di fatto gestisce la palestra della struttura di via Francesco Macrì e sulla quale, la giunta comunale, come ricordato dalla capogruppo Fragomeni anche nelle recenti sedute consiliari, non ha mai risposto. Per completezza d’informazione, riportiamo di seguito il testo integrale dell’interrogazione.
«Premesso che: in relazione ai locali ubicati in località Cerchietto, via F. Macrì n.16, ospitanti la piscina coperta, risulta – è scritto nell’interrogazione – sia stata creata una Associazione Sportiva denominata “Centro Sportivo Siderno – Associazione Sportiva Dilettantistica” e che la suddetta associazione abbia come sede legale quella di via F. Macrì n.16, abbia cioè la sede legale collocata all’interno dei locali ospitanti la Piscina coperta.
Risulta altresì che il legale rappresentante della suddetta associazione è stato (ed è attualmente?) uno stretto collaboratore sia della società affittuaria della piscina che di quella, tutt’ora in locazione presso la struttura, ove gestisce la palestra.
Considerato che il suddetto immobile è oggetto di vertenze ancora in corso, aventi ad oggetto la titolarità della struttura,
Il Partito Democratico interroga il Sindaco per sapere
➢ in base a quale titolo autorizzativo la suddetta associazione ha eletto la propria sede legale presso i suddetti locali;
➢ se oltre alla sede legale, la suddetta associazione ha anche la disponibilità materiale dell’immobile o di parte di esso;
➢ se per tale disponibilità l’associazione paga un corrispettivo ed in caso affermativo a chi.
Considerato inoltre che la società che ha attualmente il godimento della parte di struttura destinata all’esercizio della palestra, risulta morosa nel pagamento dei canoni di locazione, per circa 80.000,00 euro, Il Partito Democratico esprime preoccupazione per la possibilità che la presenza di un diverso soggetto, nella stessa sede e con lo stesso oggetto sociale, possa essere il preludio di una cessione del solo attivo, col serio rischio del venir meno di ogni garanzia patrimoniale per i canoni già scaduti e non pagati e con conseguente danno per l’Ente (o diretto per mancato guadagno o a titolo di responsabilità verso terzi)».
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